1. Modificazioni di coscienza

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    MODIFICAZIONI DI COSCIENZA


    “E’ nelle visioni che il prigioniero sfugge e contempla
    le schegge del paese che esiste fuori dalla cella”
    (V.)
    “Almeno due volte al giorno ognuno di noi ha una esperienza metafisica:
    al momento del risveglio e quando si assopisce.
    L’esperienza metafisica è il momento di comunione col tutto,
    quando l’individuo dimentica la propria biografia, le illusione della storia,
    della propria stessa identità, della propria decadenza
    e partecipa del respiro universale”
    (Ellemire Zolla)
    Viviamo noi forse nel tempo e nello spazio?
    Sì, ma solo in parte.
    (V)


    ipnosi


    Inutile aspettarsi da Jung che tratti le modificazioni di coscienza, le definisca, le cataloghi o ci dica in proposito qualcosa di esplicativo. Nulla di più lontano di lui di questo. Ne dobbiamo parlare solo perché fanno parte della sua esperienza e costituiscono una dimensione senza la quale non potrebbe esistere nemmeno il suo pensiero. Su questi stati, al più, possiamo trarre noi delle ipotesi, e posso fare questo tentativo io, come soggetto che di stati modificati di coscienza in un lungo arco di tempo ne ha avuto parecchi, ma quello che diremo vale solo come ipotesi.
    Mi sono sempre meravigliata del fatto che molti interpreti di Jung escludano intenzionalmente la sua natura di sensitivo, evitando di parlarne come fosse qualcosa di inopportuno e imbarazzante.
    Io ritengo, al contrario, che proprio dalla sensitività di Jung discenda la sua visione della psiche e dell’universo, una metafisica che dipende da precise esperienze di carattere paranormale, per cui il suo pensiero può essere meglio compreso da chi ha avuto esperienze simili mentre rimane ostico a chi aderisce a una visione materialistica e limitata della realtà.
    Sul fatto che Jung sia stato un sensitivo e un medium naturale non ci sono dubbi. La dote gli arriva dalla madre e dal nonno materno, quello che una volta la settimana parlava con la prima moglie defunta. Fin da piccolo, Jung si trovò accanto a una madre che cambiava personalità e la notte si trasformava in modo inquietante, spaventando il bambino con predizioni e apparizioni e che anche di giorno poteva avere momenti di trance in cui parlava da oscure lontananze.
    Jung bambino è già un ipersensibile molto dotato, portato ai discorsi filosofici e in grado di ricordare vite precedenti. Questa apertura sull’al di là gli resta per tutta la vita. Telepatia, preveggenza, sogni premonitori, profezia, capacità di prevedere lo schema dei suoi pazienti o addirittura di raccontarne la vita senza conoscerli, apparizioni fantasmatiche, movimenti autonomi di oggetti nella stan...

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    Last Post by *ROS* il 23 Dec. 2012
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  2. La Persona e l'Ombra

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    CARL GUSTAV JUNG:
    L'OMBRA, I SOGNI
    E LA TRASFORMAZIONE


    Carl Gustav Jung ne ha dette tante e tutte interessanti.
    Qui parliamo dell'Ombra, della parte più inconscia di noi,
    di colei che si nasconde alla coscienza per nascondere a noi, Persone, la parte più negativa.
    L'Ombra è l'antitesi della Luce, della Persona, della coscienza.
    Ma i sogni, dice Jung, ci aiutano a venirne in contatto. Come? Vediamo


    di Marica Fattiroso

    lombra-dentro-di-noi-L-4T4owd


    ..Carl Gustav Jung lo conosciamo quasi a menadito, ma è sempre una figura affascinante della storia della psicoanalisi: sempre in conflitto con la sua Anima, sempre in perpetuo contatto con l'universo, perso tra strane alchimie, piani dell'inconscio e passione per la vita. Dopo la separazione con Freud, avvenuta nel 1913, il suo orientamento teorico viene definito psicologia analitica, questo per differenzialo dalla psicoanalisi che è di impostazione freudiana. In questa sede cercheremo di comprendere meglio cos'è l'Ombra per Jung, come si colloca all'interno della personalità e in cosa si differenzia dalla Persona.

    La Persona e l'Ombra
    Jung definisce Persona tutti gli aspetti esteriori relativi all'essere umano. La Persona è, per Jung, intesa secondo l'antico significato attribuito dai greci, ovvero, la maschera che ognuno di noi porta e che viene determinata dal ruolo che occupa all'interno della società. Ma come esiste l'esteriore esiste l'interiore: alla Persona si contrappone l'Ombra, ovvero, l'inconscio, che instaura con questa una relazione compensatoria, come lo Yin e lo Yang, il bene e il male. Più grande è la Persona, più forte sarà l'Ombra. Carl Gustav Jung ritiene che sia la Persona, sia l'Ombra, appartengano alle funzioni della psiche, ma mentre la Persona si trova su un piano di realtà, l'Ombra viene collocata su un piano metafisico: questa la rende difficile da analizzare e risolvere.

    La natura dell'Ombra
    Carl Gustav Jung ritiene che l'essere umano deleghi all'Ombra tutto ciò che ritiene essere negativo: l'Ombra diventa il crog...

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    Last Post by *ROS* il 2 Dec. 2012
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  3. "Chi guarda fuori sogna...chi guarda dentro si risveglia"

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    Face to Face
    Intervista a Carl Gustav Jung


    "L'uomo non sopporta all'infinito il proprio annullamento"

    1^PARTE


    www.youtube.com/watch?v=xLV3MaZxJ3c (Seconda Parte)
    www.youtube.com/watch?v=Hx7eesXHAaU (Terza Parte)
    www.youtube.com/watch?v=MxSRWpasfRg (Quarta Parte)


    Nel marzo del 1959, lo psicoanalista svizzero Carl Gustav Jung (1875-1961) concesse questa intervista a John Freeman per il programma televisivo della BBC "Face to Face". L'intervista avvenne a Kusnacht (Svizzera) e nell'incontro Jung affronta con umiltà ed onestà numerosi temi, quali la sua infanzia, la famiglia, la scuola, l'incontro con Sigmund Freud, il rapporto con i suoi genitori, la religione, il futuro del mondo.
    L'intervista venne successivamente trasmessa in Gran Bretagna il 22 ottobre dello stesso anno e in seguito all'enorme successo ottenuto, l'anno seguente la BBC propose a Carl Gustav Jung un'altra conversazione; ma oramai ottantacinquenne, egli non potè accettare. Questa, dunque, è tra le ultime, splendide testimonianze dello psicoanalista zurighese.

    Fonte Youtube (postato dal Dott. Luca Coladarci)

    [Ndr] Da "sua appassionata fan" segnalo anche: "Dal profondo dell'Anima"
    www.youtube.com/watch?v=PmQUb9NlFss&feature=related


    Last Post by *ROS* il 16 June 2013
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  4. SINCRONICITA', MULTIVERSO... e l'Io


    SINCRONICITA', MULTIVERSO... e l'Io


    di Francesco Lamendola

    Tramonto_Ostia


    "Una mattina d'ottobre del 1829, la goletta australiana Mermaid salpò da Sydney diretta a Collier Bay, nella parte occidentale del continente. Il capitano Samuel Nolbrow era al comando della nave, sulla quale erano imbarcati 18 uomini d'equipaggio e 3 passeggeri. Dopo quattro giorni di navigazione, il Mermaid si trovava nel pericolosissimo Stretto di Torres, fra Australia e Nuova Guinea. All'improvviso il barometro cominciò a scendere a precipizio, mentre cupi banchi di nuvole nere si avvicinavano minacciosamente. Poi il vento cadde e la nave si immobilizzò. Prima di mezzanotte, una violenta tempesta si scatenò sulla zona, investendo in pieno la nave, che fu sbattuta contro un banco di coralli e si sfasciò irreparabilmente, nonostante gli sforzi disperati dell'equipaggio. I 21 uomini abbandonarono precipitosamente la nave tuffandosi in mare e raggiunsero a nuoto uno scoglio distante una cinquantina di metri al luogo del disastro. Il capitano vi giunse per ultimo e poté constatare con sollievo che tutti e 21 erano in salvo.
    "Tre giorni e tre notti trascorsero prima che qualche nave passasse nella zona e si accorgesse dei naufraghi. Finalmente, il quarto giorno, il brigantino Swiftsure li avvistò e li raccolse, proseguendo poi il viaggio. Ma, per una strana coincidenza, anche questa nave, cinque giorni dopo, si trovò nel bel mezzo di una violenta corrente non segnata sulle carte e andò a sfasciarsi sugli scogli.
    "La nave fu abbandonata in fretta e, fortunatamente, anche stavolta tutti riuscirono a mettersi in salvo. La sera stessa del naufragi, si trovò a passare di lì la goletta Governor Ready, con 32 uomini d'equipaggio, che prestò immediatamente soccorso ai naufraghi, accogliendoli a bordo.
    "La goletta, un po' appesantita, riprese il viaggio. Circa tre ore dopo, stranissima coincidenza, un incendio violento e improvviso divampò sulla nave, costringendo tutti i passeggeri a calarsi nelle scialuppe di salvataggio. Disgraziatamente, si trovavano a molte miglia al largo della costa e per di più in un punto decisamente fuori mano. C'era di che disperarsi. Ma non passò molto che, improvvisamente, apparve in lontananza il cutter australiano Comet, sbattuto fuori rotta da una tempesta. La nave rispose prontamente ai segnali di richiamo dei naufraghi. Ma l'accoglienza che questi trovarono a bordo fu piuttosto fredda. Un clima di sospetto, di intolleranza, di superstiziosa diffidenza s'impadronì della nave, sulla quale aleggiava il presentimento di qualche altro disastro. Dopo...

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    Last Post by *ROS* il 10 April 2012
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  5. "6 Giorni sulla Terra"


    Note di regia del film "6 Giorni sulla Terra"

    di Varo Venturi

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    Quando si parla di cinema fantascientifico e horror si pensa subito alle grandi produzioni hollywoodiane, che trattano gli argomenti UFO, Alieni, o Angeli e Demoni, utilizzandone principalmente gli elementi che consentono la massima spettacolarità, spesso in film “videogame” con una narrazione “fiabesca”, a volte buonista a volte catastrofica o terrorizzante, quasi sempre superficiale. Di contro il mondo scientifico continua il suo incessante impegno nella ricerca di spiegazioni logiche a questi temi, evidenziando sempre di più il fenomeno “Alien abductions” (Rapimenti Alieni), soprattutto in questi ultimi due anni, cioè subito dopo la genesi di questo film.
    Alcuni scienziati, tra cui l'italiano Corrado Malanga, dopo aver elaborato per anni analisi e dati - basati sulle reali testimonianze di miriadi di persone di ogni età, sesso e ceto sociale, che sotto ipnosi hanno rivissuto l’incancellabile esperienza del rapimento - sono giunti ad un incredibile conclusione: alcune razze aliene, in un programma che dura da millenni, impiantano le proprie “memorie attive” nel cervello dei rapiti, usandoli come contenitori, per poter “operare” in questa dimensione, con l’obiettivo finale di modificare geneticamente l’umanità e adattarla al proprio DNA, onde sfruttarne completamente l’indistruttibile energia (Anima) e rendere così le proprie specie “immortali”.
    Questa teoria sembra finalmente chiarire tutto: il problema non verrebbe solo, fisicamente, dal lontano spazio; semmai risiede già in questo mondo, ma soprattutto risiede nei confini della nostra mente, dove quelli che Jung chiama “Archetipi” e le chiese “Angeli e Diavoli”, forse sono esseri di altre dimensioni, che possono sopravvivere al di qua (e al di là dello spazio e forse del tempo) “possedendo” la psiche umana, addormentandone la coscienza per poter “vampirizzare” quell’energia (Anima) che solo l’uomo sembra possedere in questa parte di universo.
    Così magicamente si spiegano secoli, millenni di arte dove vediamo personaggi umani che dialogano, combattono, adorano, temono entità di diverse fattezze, cornuti rettiloidi alati e non, biondi angeli, protettivi in candide vesti bianche, o armati e severi, santi sospesi nel cielo, draghi, Dei antropomorfi e non, piccoli uomini verdi, fate, ecc. Come dimostrano chiaramente le iconografie egizie, sumere, maja, babilonesi, greco romane, indiane, cinesi, ma anche nella più recente arte sacra cristiana, ebraica, musulmana, ecc., fino ai cartoon, ai comics, ai videogames dei giorni nostri.
    Ma inevitabilm...

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    Last Post by *ROS* il 4 May 2011
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  6. Stati modificati di coscienza


    STATI MODIFICATI DI COSCIENZA

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    In senso neurologico il cervello e’ formato da una rete di cellule nervose, i neuroni, che trasmettono le informazioni con un sistema elettro-chimico che potremmo paragonare a una serie di scariche elettriche che percorrono delle vie neuronali fino a bombardare determinate aree del cervello.
    In questa trasmissione elettrica, il cervello puo’ emettere varie frequenze elettromagnetiche e qualunque neurologo sa che ad ogni fascia frequenziale corrisponde un certo tipo di attivita’ mentale, che puo’ andare dallo stato di coma fino all’eccitazione creativa del genio.
    In tal senso si parla di onde BETA, o veloci, da 21 a 14 picchi al secondo, connesse alle attivita’ razionali e corrispondenti al lavoro della mente che pensa in stato di attenzione o vigilanza. Ci sono poi le onde ALFA, meno veloci, da 14 a 7 cicli al secondo, legate all’intuizione e alla creativita’, che emergono quando la mente pensante si riposa ed entra in uno stato di tranquillita’: RILASSAMENTO, DORMIVEGLIA o MEDITAZIONE; abbiamo poi le onde TETA, molto piu’ lente, onde del SONNO, che scendono dai 7 a 4 cicli al secondo; ancora piu’ bassa e’ la fascia delle onde DELTA, sonno profondissimo o stato vegetativo, da 4 a mezzo ciclo, qui troviamo il COMA o l’ESTASI, e gia’ e’ abbastanza sconcertante che lo stato di minore attivita’ cerebrale, il coma, corrisponda allo stato di maggiore attivita’ paranormale, che e’ appunto l’estasi.

    Si dice che normalmente siamo in uno STATO DI COSCIENZA ORDINARIA, stato di veglia lucida o sonno normale.

    Gli stati modificati di coscienza, ovvero GLI STATI DI COSCIENZA STRAORDINARIA, si possono avere solo eccezionalmente e moltissimi non ne hanno mai avuti nella loro vita. Possono essere di vari tipi, OBE, ipnosi, trance, estasi, allucinazioni, visioni ed esperienze paranormali in genere. ‘Para’ vuol dire che sta ‘al di la’’, in questo caso al di la’ dell’esperienza psichica ordinaria, cioe’ comune a tutti.
    Alcuni hanno una facilita’ quasi congenita verso questo uso della mente, altri non lo hanno mai attivato, altri infine vi capitano raramente e ne restano scioccati. Alcuni sperimentano questi stati come squilibranti o patologici o comunque fortemente anomali e inquietanti. E’ stato il mio caso ed io non ho fatto altro che cercare di eliminare queste esperienze per 29 anni finche’ ci sono riuscita. Ma ci sono persone che li hanno dalla nascita o vivono nelle culture giuste e sono abituati ad essi perche’ costituiscono un loro modo abituale di usare la mente.
    Queste persone esistono da tempo immemorabile e sono state chiamate con vari nomi: santi, guru, sciamani, stregoni, maghi, veggenti ecc. e in genere sono stati onorati dai loro gruppi sociali che li hanno usati per la terapia o la...

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    Last Post by *ROS* il 11 Mar. 2010
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  7. Scienza fisica e psicoanalisi


    Sincronicità e Paradigma olografico

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    La Sincronicità
    La sincronicità è un termine introdotto da Carl Jung nel 1950 per descrivere una connessione fra eventi, psichici o oggettivi, che avvengono in modo sincrono, cioè nello stesso tempo, e tra i quali non vi è una relazione di causa-effetto ma una evidente comunanza di significato. La sincronicità è relativa quindi alle "coincidenze significative". Fenomeni di "coincidenze significative" avevano da sempre affascinato Jung. Già nel 1916, a pochi anni di distanza dalla sua defezione dal gruppo dei psicoanalisti fedeli al metodo scientifico-oggettivante e a Sigmund Freud, scriveva dell'opportunità di affiancare al principio di causalità quello finalistico:
    « La causalità è solo un principio, e la psicologia non può venir esaurita soltanto con metodi causali, perché lo spirito (la psiche) vive ugualmente di fini. »
    Tali prime formulazioni di Jung sulla questione della sincronicità vennero in seguito approfondite attraverso il contatto con il pensiero filosofico orientale, oltre che con la riflessione su sorprendenti avvenimenti della sua stessa vita, sfuggenti ad ogni interpretazione razionale. Jung distingue la sincronicità vera e propria dal mero "sincronismo" degli eventi che accadono simultaneamente, ma senza alcuna connessione di significato. La vita di tutti i giorni ci propone spesso il tipo comune di sincronicità. Per esempio: pensiamo ad un amico, e lui improvvisamente ci telefona. Tuttavia accanto a queste ci sono anche misteriose sincronicità precognitive e chiaroveggenti.

    Per tentare di spiegare questi fenomeni di sincronicità, Jung dapprima elaborò il concetto di "tempo qualitativo". Il tempo qualitativo sembrava "spiegare" perché l'astrologia e altre forme di divinazione funzionavano. Jung tuttavia gradualmente abbandonò l'idea del tempo qualitativo.Negli anni trenta del Novecento la fisica fu scossa e rivoluzionata da nuove idee, il Principio di indeterminazione di Heisenberg postulava l'impossibilità di una conoscenza perfetta delle quantità fisiche inerenti ad un oggetto. Fino allora si concepiva che esistessero dei limiti pratici, dovuti alla naturale imprecisione degli strumenti di misura ma Werner Karl Heisenberg postulava un principio ideale. L'ipotesi era talmente rivoluzionaria ed inaccettabile da far pronunciare ad Albert Einstein la famosa affermazione che «Dio non gioca a dadi con l'Universo». Nella elaborazione epistemologica e teoretica successiva si è evidenziato che esiste...

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    Last Post by *ROS* il 30 April 2009
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