1. Marte...la nostra Luna?

     
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    Uno strano oggetto fotografato dalla Sonda Opportunity sul suolo di Marte

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    28 Novembre 2008
    Attenzione Attenzione ! La Rete e i blog americani sono da qualche ora letteralmente impazziti per questa incredibile foto diffusa dalla NASA: l'immagine risale in realtà ad agosto scorso, ma soltanto in questi giorni la NASA ha reso disponibili le alte risoluzioni della stessa. Nella foto si nota, al centro a sinistra dell'immagine, uno strano oggetto a forma di parallelepipedo orizzontale, poggiato sul suolo marziano, di colore più scuro rispetto alla superficie del pianeta.

    L'immagine originale si può vedere nella sua alta definizione QUI ed è possibile, cliccando sullo strano oggetto, ingrandirlo ed osservarlo con precisione.

    QUI le reazioni di oggi di alcuni blog americani alle versioni ufficiali della NASA che pur non esprimendosi con certezza sulla natura dell'oggetto, ne escludono una origine di qualsiasi derivazione "biologica." Versioni che fanno discutere, e sulle quali appunto, in America c'è ora grande fibrillazione. E c'è già chi parla di una consistenza simile a 'legno' dell'oggetto misterioso.

    QUI i commenti sull'autorevole American Chronicle. (*)


    MARTE ERA LA NOSTRA LUNA?

    di Matteo Fagone

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    Marte, il nostro vicino di casa che, più di tutti gli altri pianeti, ci sta sorprendendo un giorno dopo l’altro. Marte, un vero rompicapo, affascinante e, nello stesso tempo, inquietante.


    Cosa non si è detto e scritto su questo pianeta? Credo che abbiamo immaginato di tutto. Il problema sta nel grande numero di teorie che, messe una sopra l’altra, ormai hanno raggiunto il tetto di casa mia... Beh, è un modo di dire. Spero che questo articolo non diventi come la goccia che fa traboccare il vaso!

    Cerchiamo di stabilire una base.
    La "mitologia" come la dobbiamo considerare: una grande raccolta di buffe storielle per bambini? Oppure c’è un fondo di verità?
    Personalmente ritengo che i miti, nel loro insieme, custodiscano sprazzi di storia dell’umanità ormai sepolta in un passato remoto. Ma quale passato?
    Sembra proprio che, vista nella sua interezza, la mitologia descriva un’epoca in cui l’uomo convisse per molto tempo con esseri descritti come "dei". Ma che cosa erano o chi erano? Extraterrestri? Esseri venuti da un’altra dimensione? Divinità?
    Persino nel libro biblico della Genesi tali esseri sono menzionati. È quindi ovvio che non deve trattarsi solo di fantasie infantili.
    Comunque li vogliamo chiamare erano certamente potenti, di bell’aspetto, affascinanti, di una cultura e conoscenza al di là della capacità dell’uomo, con cognizioni scientifiche senza pari.

    Molti chiamano questo periodo come "l’epoca d’Oro"; c’è chi sostiene che la razza umana, con il loro contributo, raggiunse un livello tecnologico superiore al nostro. Anche qui c’è da supporre che non tutto quanto descritto sia solo fantasia.
    Questo periodo molto particolare della storia umana scomparve tuttavia in modo repentino e senza lasciare praticamente tracce. Ciò che viene definito "Il Diluvio Universale" pare fu l’evento che segnò una demarcazione irreversibile tra le due epoche della storia umana: quella pre-diluviana e quella post-diluviana.
    È estremamente difficile ricostruire esattamente le vicissitudini di allora; solo i miti ci offrono alcuni squarci interessanti. Ovviamente ci sono altri indizi utili.

    Allora proviamo a formulare questa ipotesi: ammettiamo che l’uomo riuscì a sviluppare una tecnologia avanzata, magari basata su principi un po’ differenti dai nostri.
    Facciamo un esempio: noi oggi per spostarci utilizziamo mezzi basati sulla combustione di sostanze tra l’altro inquinanti, forse allora si usavano mezzi più efficienti...
    È plausibile ritenere che l’uomo allungò il passo oltre l’atmosfera terrestre? Si potrebbe ritenere logico che gli uomini, per nulla stupidi scimmioni evoluti, misero piede su altri pianeti del sistema solare?
    Dal mio punto di vista, ritengo di sì!

    Comprendo bene che qualcuno potrà dissentire verso questa mia interpretazione della storia antichissima.Il ragionamento non si basa sulla dimostrabilità oggettiva della mia affermazione, piuttosto sulla logica stessa della natura umana.
    Neppure i sostenitori della teoria evolutiva potrebbero pretendere di ricostruire il passato "animalesco" dell’uomo sulla base di qualche frammento d’osso!
    La mitologia ho notato che viene spesso interpretata in modi diversi; non tutti i ricercatori, effettivamente, ritengono che gli stessi simboli e divinità si riferiscano a determinati eventi o personaggi. Ad ogni modo, in questo articolo ne esamineremo alcuni che trovo estremamente interessanti.

    Per primo, i miti del Diluvio sono presenti praticamente in modo universale in tutte le culture antiche. Non voglio stare ora a fare l’elenco, ma per chi fosse interessato ad approfondire consiglio calorosamente questo libro: "Il Diluvio Universale - tra mito e scienza".
    Pare abbastanza evidente, non solo dal racconto del libro di Genesi, ma anche da molti miti, che tale catastrofe fu un castigo divino per ciò che era diventata l’umanità di quell’epoca.
    Questo aspetto è fondamentale nella formulazione della mia teoria, perché altrimenti l’abbattersi di un simile evento su scala planetaria mancherebbe di logica! Ci doveva essere senz’altro una ragione davvero grave per portare una distruzione così drastica e catastrofica.
    Ma quali ne furono le cause fisiche?

    Il problema è tutt’ora oggetto di speculazioni a tutto spiano, tant’è vero che molti preferiscono scaricare il problema e considerarlo un racconto allegorico, una favola, una esagerazione nel racconto di alluvioni locali che colpirono varie parti della Terra in epoche diverse.
    Ragionare in questo modo ovviamente non risolve certo il problema: occorre allora allargare la mente e valutare la possibilità di una causa esterna alla Terra.
    Circa 50 anni fa Immanuel Velikovsky esordì con un libro intitolato "Mondi in collisione". Questo libro divenne la peste bubbonica della comunità scientifica di quel tempo, a partire da Carl Sagan e company.
    Velikovsky sosteneva che circa 6.000 anni fa si verificò su Giove un fortissimo impatto di oltre 1024 Erg di potenza; ne risultò una emissione di materia dal pianeta che fu lanciata nello spazio. Tale materia inizio' a collassare verso il proprio centro di massa iniziando a condensarsi e riscaldarsi progressivamente, immettendosi in una orbita molto ellittica intorno al Sole. Tale orbita naturalmente intersecava i pianeti interni.

    Molto tempo dopo il ricercatore americano John Ackerman riprese le teorie di Velikovsky, ma con importanti novità: egli iniziò uno studio approfondito e comparato di tutta la mitologia, in particolare sugli scritti del periodo Veda. L’interpretazione che Ackerman offre ha del sorprendente! Da questi studi nacque il modello Velikovsky/Ackerman del sistema solare.

    Ecco in sintesi:
    Mercurio e Venere non esistevano, ma Marte orbitava approssimativamente dove oggi orbita Venere. C’era solo la Terra (e la Luna). Poi i pianeti gassosi.
    Secondo Ackerman l’oggetto nato dall’impatto su Giove era la forma primordiale di Venere che, quale proto-pianeta caldissimo e luminoso, diede inizio ad un periodo di 3.000 anni di caos planetario, durante i quali Marte fu deviato dal suo corso orbitale, divenendo un pianeta catturato e rilasciato periodicamente tra Terra e Venere. Nei periodi che Marte diventava satellite geosincrono con la Terra si verificavano fenomeni di natura gravitazionale e magnetica, con rilevanti effetti nella superficie dei pianeti.
    Da questa prospettiva i miti del Diluvio sarebbero manifestazioni della maree gravitazionali sugli oceani e dalla cattura progressiva delle acque di Marte da parte della Terra.
    Alla fine di questi 3.000 anni di caos Marte subì la perdita del nucleo, posizionandosi successivamente nella sua attuale orbita, come pianeta a bassa densità, morente.
    Quindi Marte periodicamente diveniva una luna della Terra.

    Il grave problema di questo modello è che spiega diverse cose, ma crea più problemi di quanti ne risolve.
    Infatti Ackerman sostiene che Marte perdeva e riacquistava il nucleo fino all’ultima cattura da parte della Terra, allorché lo perse definitivamente.
    Un nucleo planetario è composto da materiale ferro-magnetico (come quello terrestre) solido, dovuto alla enorme pressione che subisce. Se un nucleo fuoriuscisse per induzione magnetica e gravitazionale tenderebbe a decomprimersi divenendo assai più grande delle sue dimensioni tipiche, stando invece sotto il mantello e il nucleo esterno.
    Oltretutto, se non altro, le teorie tradizionali rispettano la legge di Titius-Bode sulla posizione dei pianeti.
    Si supporrebbe pure che Marte fosse stato allora un pianeta pullulante di vita, come la Terra, ma così vicino al sole avrebbe potuto sostenere la vita?

    Proviamo dunque a rivedere le cose da un’altra prospettiva.
    Riprendiamo il discorso delle strutture di Cydonia, su Marte.
    A quanto pare c’è una rilevante corrispondenza matematica tra queste strutture e quelle di Giza e non solo.
    Sebbene i calcoli siano complessi e non del tutto definitivi ecco cosa possiamo notare di interessante: la distanza che intercorre fra la "Faccia" e la D&M Piramide corrisponde a 1/360 del diametro polare di Marte.
    Fatto interessante è che l’anno dei Maya corrispondeva a 360 giorni al quale andavano aggiunti 5 giorni definiti infausti. Ma non erano i soli ad adottare tale calendario.

    Adrian Gilbert e Maurice Cotterell formularono una teoria secondo la quale, in tempi antecedenti l’ultima glaciazione, l'anno terrestre durava 360 giorni e che i 5 aggiunti, considerati in modo negativo, fossero ricollegabili all'effetto di uno sbalzamento della Terra stessa dalla sua orbita primitiva, avvenuto proprio in seguito all'evento cataclismatico che provocò la fine dell'Era glaciale, fra il 12.000 ed il 9.000 a.C.
    Tale ricostruzione storica è molto interessante, in particolar modo se consideriamo il possibile salto precessionale che la Terra subì in quell’evento catastrofico.
    In questo modo le date potrebbero essere diverse e coincidere invece con l’evento descritto nella Bibbia e in molti miti: Il Diluvio Universale!
    Ecco che emerge un particolare stupefacente: le cause fisiche del Diluvio sarebbero di natura esterna alla Terra, provocarono una catastrofe planetaria, modificarono l’orbita terrestre, modificarono l’asse terrestre così da alterare le date che non corrisponderebbero al 10.500 a.C. circa (e simili), ma una data nettamente diversa.

    Richard Hoagland, giornalista ed ex consulente della NASA, prese in esame anche lui le strutture di Cydonia, deducendo che esse seguivano lo stesso criterio matematico e geometrico di molti antichissimi siti terrestri. Inoltre persino gli angoli, la distanza e le costanti matematiche della D&M piramide sono gli stessi che s'incontrano in tutto il complesso di Cydonia. I calcoli effettuati nel complesso di Giza darebbero valori analoghi!
    Ma il punto fondamentale è ora questo: perché salta fuori il numero 360 anche per Marte?
    Noi sappiamo che la Terra presumibilmente avrebbe avuto l’anno di 360 giorni, ma non Marte, a rigore di termini. Ecco che la patata inizia a divenire bollente!

    Prendiamo un altro esempio.
    John Ackerman, nel suo studio comparato sulla mitologia, raccolse indizi su nozioni risalenti alle antichissime culture, a quanto pare anche ad Aristotele, agli scritti di Omero e a ritrovamenti in corrispondenza dell’antica Persia, secondo i quali la Luna sarebbe stata come uno "specchio della Terra" o "di realtà oceaniche e continentali terrestri".
    Ma la Luna è un sasso spaziale! Come poteva esistere un tale mito nella civiltà umana?

    Secondo il mito di Demetra, mi riferisco alla mitologia greca, l’inizio dell’alternarsi delle stagioni sulla Terra è legato a eventi di natura fortemente sismica e ad un cambiamento climatico; il mito parla di una carestia.
    Abbiamo oltretutto un altro interessante indizio nel mito di Fetonte, figlio di Apollo e Climena. Fetonte volle guidare il carro del Sole, ma i cavalli si imbizzarrirono accorgendosi del pericolo che la Terra stava correndo, perché il Sole si muoveva in modo anomalo.
    Dal momento che non è il Sole che si muove, ma la Terra, appare evidente che questo mito descrive il modo in cui la Terra iniziava a subire un effetto gravitazionale da parte di un oggetto che brillava come un sole e che provocò effetti sismici, climatici e modificò l’orbita e l’asse terrestre.

    Torniamo a Marte.
    Supponiamo davvero che prima del Diluvio i popoli della Terra vedevano di notte, non la sterile luna, ma un pianeta che rifletteva l’aspetto della Terra nelle sue caratteristiche marine e terrestri...
    Abbiamo un interessante indizio che potrebbe mostrare che prima del Diluvio la nostra luna era proprio un altro corpo celeste!
    Perché la distanza che intercorre fra la "Faccia" e la D&M Piramide corrisponde a 1/360 del diametro polare di Marte?
    Potrebbe essere una banale coincidenza, oppure anche Marte aveva un anno di 360 giorni?
    Se così fosse Marte non occupava affatto l’orbita attuale.
    Ragioniamo su un altro aspetto: per quale strana coincidenza Terra e Marte hanno solo 40 minuti di scarto nel periodo di rotazione? Che forse prima erano perfettamente uguali? E che dire dell’inclinazione dell’asse? Perché entrambi di 23 gradi? È un caso?

    Ed ecco il nocciolo della mia ipotesi: il sistema solare era composto da Terra e Luna (cioè Marte), da un pianeta che occupava lo spazio dove oggi vediamo gli asteroidi, poi Giove, Saturno, Urano e Nettuno.
    Plutone potrebbe essere stato una luna di Nettuno sfuggita dall’orbita. Questo modello rispetta la legge di Titius-Bode.
    Il sistema Terra-Luna prima del Diluvio era un insieme perfetto; i due pianeti si complementavano perfettamente nei loro moti orbitali, avendo la distanza giusta si equilibravano alla perfezione nella reciproca influenza gravitazionale, magnetica e calibrando le oscillazioni dei loro assi orbitali. Avevano caratteristiche simili tra loro e i loro campi magnetici formavano un efficiente sbarramento contro i raggi cosmici e il vento solare.
    Marte aveva una perfetta orbita sull’equatore terrestre, perfettamente perpendicolare all’eclittica. L’asse della Terra e di Marte erano anch’essi perfettamente allineati a 90° sull’equatore, quindi creando condizioni climatiche uniformi. Dalla Terra si vedeva una luna che era il riflesso o specchio della Terra stessa.

    Fu proprio quello il periodo in cui la razza umana convisse per secoli con gli esseri descritti nella mitologia. Poiché l’uomo esiste, secondo la tradizione biblica, da circa 6.000 anni, è plausibile che l’età d’oro fu compresa tra 5.000 e 4.370 anni fa (allorché si verifico il diluvio universale), un periodo di secoli in cui l’uomo poté subire una influenza lunga e duratura.
    Forse fu proprio il periodo in cui l’uomo imparò a sviluppare una tecnologia avanzata che lo portò ad esplorare e tentare di insediarsi sulla Luna di allora, che era simile alla Terra. Comunque anche secondo altri antichi racconti la razza umana esisterebbe da poche migliaia di anni.

    Nonostante tutto, l’uomo degenerò nella violenza e nella sconsideratezza più assoluta, probabilmente la brama di preminenza e di potere furono la base della degenerazione, assieme all’indebita interferenza di tali esseri non terrestri. Così fu stabilito di porre fine alla folle civiltà umana.
    Ma la logica è maestra: a che sarebbe servito portare un diluvio di acque sulla Terra se si poteva scappare su un altro pianeta? Bastava fuggire e aspettare, poi si poteva tornare.
    Ma non fu così. Ci fu il caos nel sistema solare: l’oggetto descritto nel mito di Fetonte probabilmente era davvero il proto-Venere descritto nel modello Velikovsky/Ackerman.
    Forse fu la causa che mandò in frantumi il pianeta che oggi è occupato dagli asteroidi. Certamente la composizione degli asteroidi, dei meteoriti e delle comete e tipica di crosta, mantello e nucleo planetario.

    L’oggetto trascinava un satellite roccioso e sterile e si avvicinava pericolosamente al sistema Terra-Luna. Ad un certo punto iniziarono a sentirsi gli effetti fino a culminare nella catastrofe!
    Sia la Terra che Marte subirono lo stesso spostamento dell’asse di 23 gradi, subirono uno sfasamento di 40 minuti sulla rotazione, ma gli effetti fisici furono ben più gravi. Oltre al bombardamento meteorico, la Terra subì il Diluvio di acque ed emersero le sorgenti oceaniche sotterranee per effetto di marea gravitazionale e si formarono le dorsali continentali. Marte si trovò preso in un doppio cappio gravitazionale e magnetico tra Terra e proto-Venere. L’atmosfera e gli oceani furono prosciugati e dispersi in gran parte nello spazio. La superficie fu martoriata dagli effetti di marea gravitazionale e dall’interazione magnetica con la Terra al punto che il piccolo nucleo di Marte iniziò a oscillare immerso nel mantello liquido, sotto la sua litosfera. Le eruzioni vulcaniche erano violentissime e molto materiale fu sputato fuori, compresa la polvere rossa che oggi avvolge il pianeta. Il nucleo infine emerse e iniziò ad andare alla deriva attratto e poi respinto dal campo magnetico terrestre. Una volta fuori il nucleo si dilatò, non essendo più sottoposto a pressione, e si raffreddò facendo però risprofondare verso il centro gli elementi pesanti.
    Mentre proto-Venere si allontanava anche il nucleo di Marte lo seguiva divenendo poi il pianeta Mercurio.
    C’è una risonanza tra le orbite di Venere e Mercurio; inoltre Venere è un pianeta retrogrado, come se fosse originato in modo differente. Potrebbe esser che Venere sia davvero giovanissimo come pianeta. Ad ogni modo la luna che trascinava proto-Venere fu catturata dalla Terra, divenendo il nostro satellite da allora.

    Se Marte fosse oggi la nostra luna avremmo effetti di marea pericolosi. Infatti gli oceani sotterranei fungevano da schermo contro i terremoti e gli effetti di marea sugli oceani prima del diluvio universale erano proporzionali alla quantità di acqua superficiale. Ad ogni modo Marte andò alla deriva perché la quantità di moto inerziale della sua orbita risultò superiore alla sua massa che era diminuita. Così oggi abbiamo un pianeta morente e desolato.
    Non c’è da stupirsi se le cosiddette "anomalie" marziane risultano semidistrutte, deturpate e molto vaghe: Marte fu quasi distrutto! Così forse furono gli uomini ad andare su Marte prima del diluvio; le strutture potrebbero essere simili a quelle della Terra perché erano retaggio umano.
    Forse l’uomo tentò di insediarsi e accrescere la sua vanagloria e sete di potere. Non è da escludere che la Luna di allora fosse "il luogo appartato degli dei", il Monte Olimpo della mitologia greca o altro. È probabile che l’uomo portò anche piante ed animali, così può darsi che qualche fossile potrebbe davvero essere presente ancora oggi. Non è neanche da escludere che qualche forma di vegetazione sopravviva in qualche modo in certe aree particolari del pianeta.

    Dopo il Diluvio c’era senz’altro un’abbondanza di frammenti marziani vagante nello spazio. Quando furono distrutte le città di Sodoma e Gomorra non è da escludere che furono frammenti ricchi di elementi salini a cadere sulla regione dove oggi sorge il mar Morto. È notevole infatti la concentrazione di sale.
    Durante la catastrofe marziana senza dubbio la quantità di zolfo ed altri elementi abbondavano nella superficie e nei frammenti espulsi, proprio come gli elementi salini dei fondali oceanici di Marte.
    Nel racconto di Genesi si racconta che "caddero fuoco e zolfo dal cielo", la moglie di Lot divenne una colonna di sale. Dopotutto non era trascorso ancora molto tempo dal Diluvio e molti depositi erano ancora "freschi".
    Sia chiaro: non voglio assolutamente dire che questo è il vero assoluto. Potrei sbagliarmi tranquillamente e aver scritto un sacco di fantasiose favole. Ma sono convinto che questa ipotesi ha una sua logica, una sua coerenza e potrebbe essere uno sprone alla riflessione.

    Certamente le teorie ufficiali spiegano molte cose, ma ne lasciano non spiegate troppe altre.
    La realtà è che l’uomo ha spesso paura della verità, forse perché deve rinunciare a certi dogmatismi, alla propria posizione che si è creato, forse deve cambiare idea a costo di dare un calcio ai castelli di sabbia che si è costruito per dominare i suoi simili.
    Dobbiamo solo aspettare e attendere cosa ci riserva l’inquietante futuro. (**)


    Fonti: (*) mysterium.blogosfere.it - (**) Edicolaweb.net

    Edited by *ROS* - 19/3/2009, 22:39
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