1. Bosone di Higgs: e se non fosse soltanto uno?

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    By *ROS* il 1 May 2012
     
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    Marzo 2012

    Bosone di Higgs: e se non fosse soltanto uno?

    di Barbara Gallavotti

    bosone10


    E se la “particella di Dio” fosse più di una? Proprio mentre il cerchio si stringe intorno al Bosone di Higgs, un dubbio inaspettato assale i fisici: vuoi vedere che ce ne sono altri? Che il mitico bosone non è solo? L’ipotesi raccoglie parecchi consensi, ed è uno dei temi al centro di un incontro che inizia oggi (lunedì 26 marzo) al Cern di Ginevra e durerà tutta la settimana. Per ora, ufficialmente, di bosone non ne è stato identificato neppure uno: a dicembre due esperimenti del Cern connessi all’acceleratore LHC, Atlas e Cms, hanno contemporaneamente annunciato di averne trovato tracce molto interessanti; ma per la conferma finale bisognerà attendere fino all’estate, quando (ai primi di luglio) ci sarà una conferenza in Australia.
    I risultati ottenuti finora, però, lasciano intravedere nuove frontiere. Per esempio che il bosone di Higgs non sia, appunto, unico.
    Questa particella è stata per decenni al centro di una caccia infinita: la sua osservazione diretta è indispensabile per confermare il Modello Standard, la teoria che descrive e spiega il nostro universo. La teoria prevede che l’intrigante particella sia responsabile della massa di tutte le altre, la speranza è che non sia solo la tessera mancante di un grande mosaico, ma l’inizio di un nuovo disegno.

    “Non basta trovarla, dobbiamo anche capire che bestia è e studiarne il comportamento nei dettagli. Allora sapremo dove ci porta” dice Sergio Bertolucci, direttore della ricerca del Cern.
    Le ipotesi più interessanti sono due. Secondo la prima, il bosone potrebbe essere una particella composita, un po’ come protoni e neutroni sono in realtà costituiti da più quark. In questo caso, il prossimo passo sarebbe identificare le sue componenti e capire in quanti modi possono combinarsi.
    Ancora più intrigante è la possibilità che al Cern si stia per osservare solo uno dei tanti Higgs esistenti. È un’eventualità concreta: i dati raccolti lo lasciano sperare, ed è un’ipotesi prevista dalla cosiddetta teoria della supersimmetria. Secondo questa teoria, tutte le particelle che conosciamo, come i quark e gli elettroni, avrebbero controparti simili ma dalla massa molto più grande: come sorelle obese che proprio in virtù della loro grande taglia sarebbero sfuggite agli strumenti.
    Questa teoria prevede che i bosoni di Higgs siano almeno due, forse anche di più (l’ipotesi più accreditata parla di cinque). “Trovare un bosone con le giuste caratteristiche rafforzerebbe ulteriormente questa ipotesi. Del resto, i nostri esperimenti mirano anche alla produzione di particelle supersimmetriche” continua Bertolucci.
    La questione non è affatto un dettaglio: se venisse confermata, la teoria della supersimmetria potrebbe fornire una risposta ai grandi misteri ancora aperti sul nostro universo. Per esempio potrebbe spiegare di cosa è fatta la materia oscura, di cui non sappiamo nulla nonostante i fisici siano certi che esista e che sia almeno cinque volte più abbondante della normale materia (quella che compone i nostri corpi, le stelle e tutto ciò che vediamo).
    Comunque vadano le cose, i fisici si augurano ardentemente che gli esperimenti del Cern mostrino un Higgs capace di aprire nuovi orizzonti. È anche possibile che, una volta catturata, la particella confermi l’attuale visione dell’Universo senza aggiungere nulla, ma è proprio ciò che i fisici temono. Si troverebbero, in un certo senso, come il grande condottiero della canzone di Roberto Vecchioni: il quale, dopo aver conquistato nazione dopo nazione, arriva al mare e si sente perduto, perché all’orizzonte non c’è niente altro da conquistare.
    I nuovi Higgs potrebbero essere invece come l’ombra di isole lontane: un obiettivo da raggiungere come base per partire verso nuove terre, tutte da esplorare.

    Fonte: blog.panorama.it
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