1. "Il campo di memoria" del Punto zero...

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    Akasha
    Tesla
    By *ROS* il 4 July 2013
     
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    L'esperienza akashica

    di Ervin Laszlo*


    LEGGERE IL CAMPO DI MEMORIA E INFORMAZIONE DEL COSMO.
    CIO' CHE PER SHELDRAKE FUNZIONA AL LIVELLO DEI SISTEMI VIVENTI
    SI ALLARGA CON L'INDAGINE DI LASZLO AL MICRO E MACROCOSMO OVVERO
    A TUTTO IL CAMPO COSMICO - QUANTISTICO, O CAMPO UNIFICATO,
    CHE NEL TRASMETTERE E CONSERVARE INFORMAZIONI SI DIMOSTRA
    SORPRENDENTEMENTE SIMILE ALL'ANTICO CONCETTO DI AKASHA,
    I CUI "ANNALI" SONO LA REGISTRAZIONE DURATURA DI TUTTO CIO'
    CHE ACCADE ED E' MAI ACCADUTO NELL'UNIVERSO INTERO
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    zero_point_energy


    L'universo non è composto soltanto di materia che obbedisce alle classiche leggi meccaniche di causa ed effetto in uno spazio vuoto e passivo.
    Negli ultimi anni sono state fatte molte scoperte sorprendenti. Gli scienziati piu' avanzati di oggi vedono nell'universo incredibili relazioni quantiche generali: ogni particella che abbia assunto lo stesso stato quantico di un'altra resta collegata a quest'ultima in maniera non-locale.
    - Sembra che a livello cosmologico esistano gli stessi collegamenti sottili, di la' dello spazio e del tempo, osservati in campo quantico.
    - Legami altrettanto sorprendenti emergono all'interno degli organismi viventi e tra l'organismo e il suo ambiente.
    - "Connessioni transpersonali" collegano la consapevolezza degli individui alla consapevolezza e al corpo di altre persone, a prescindere dal tempo e dalla distanza.

    La nuova realta'

    La "nonlocalità" dei quanti, la coerenza del cosmo, la connessione istantanea tra organismi e ambienti, e i legami transpersonali tra la consapevolezza di diversi esseri umani, ci dicono tutti che non esistono soltanto configurazioni di materia ed energia evolventisi nello spazio-tempo,
    ma anche elementi piu' sottili: le informazioni.
    Queste ultime connettono tutte le entità nello apazio e nel tempo, anzi le connettono attraverso lo spazio e il tempo.
    Come avevano supposto molti scienziati all'avanguardia - tra cui Nicolas Tesla, David Bohm e piu' recentemente Harold Puthoff - le interazioni nel campo della natura e della mente sono mediate da un fondamentale campo d'informazione presente nell'universo.
    Gia' agli inizi del ventesimo secolo Nikola Tesla, padre della moderna tecnologia delle comunicazioni, parlava di un "medium originale" che riempiva lo spazio, paragonandolo all'Akasha, l'etere portatore di luce.
    Nel suo articolo inedito del 1907, "La piu' grande conquista dell'uomo", egli scriveva che questo medium originale, una sorta di campo di forze, diventava materia quando il Prana - l'energia cosmica - agiva su di esso, mentre quando l'azione cessava, la materia svaniva e avveniva
    il ritorno all'Akasha.
    Poichè questo medium riempiva tutto lo spazio, ogni cosa che accadeva nello spazio poteva essere riferita a esso. Lo spazio curvo proposto da Einstein, sosteneva Tesla, non era la risposta.
    Tuttavia, alla fine del primo decennio del ventesimo secolo, i fisici adottarono il quadrimensionale spazio-tempo matematico di Einstein - con l'eccezione di pochi teorici anticonformisti - rifiutandosi di prendere in considerazione qualsiasi idea di etere, medium o campo di forze che riempiva lo spazio.
    L'ipotesi di Tesla cadde in discredito e fu abbandonata.
    Oggi è tornata a nuova vita.
    Bohm, Puthoff, Stapp e un piccolo, ma crescente, gruppo di scienziati stanno riscoprendo il ruolo delle informazioni nella natura, localizzando il campo di informazioni della natura nel vuoto quantistico, quel "mare di energia" molto discusso, e poco compreso, che riempie lo spazio cosmico.
    Secondo l'astronauta dell'Apollo Edgar Mitchell, le informazioni fanno parte della sostanza stessa dell'universo: sono parte di una "diade" di cui l'altra metà è l'energia.
    Le informazioni sono presenti ovunque e sono esistite sin dalla nascita dell'universo.
    Il vuoto quantistico, diceva Mitchell, è il meccanismo olografico di informazioni che registra le esperienze storiche della materia.
    In che modo il vuoto quantistico puo' trasmettere "l'esperienza storica della materia"?
    La risposta a questa domanda, apparentemente complessa, puo' essere esemplificata da una semplice metafora.
    Consideriamo le interconnessioni create dal mare.
    Una veloce riflessione è sufficiente per capire che le onde che si propagano nel mare producono un legame reale, benchè temporaneo, tra le navi, i pesci e altri oggetti che le hanno create.
    Quando una nave solca il mare, sulla sua scia si formano delle onde. Tali onde hanno effetti sul moto di altre navi (come ha drammaticamente imparato chiunque si sia trovato a pilotare una piccola barca accanto a un transatlantico). Le navi profondamente immerse nel mare esercitano effetti non solo alla superfice, ma anche sopra o sotto di essa. Un sottomarino, per esempio, crea onde di superfice che si propagano in ogni direzione. Un altro sottomarino - e ogni pesce, balena od oggetto sui mari - è esposto a queste onde e quindi in un certo senso, "in-formato" da esse. Allo stesso modo, un secondo sottomarino "crea onde" che influenzano, "in-formano", il primo sottomarino e tutte le altre entità in quel tratto di mare. Quando molte cose si muovono simultaneamente sul mare, o in qualsiasi medium plastico, quest'ultimo si modula, ovvero si riempie di onde che interferiscono l'una con l'altra.
    Questo è cio' che accade quando molte navi percorrono la superfice del mare.
    Se guardiamo il mare dall'alto (da una scogliera o un aeroplano), in un giorno calmo, potremmo vedere le tracce di navi passate in quelle acque anche varie ore prima. Potremmo anche vedere che queste tracce si intersecano creando complicati disegni. La modulazione della superfice marina creata dalle navi che la disturbano contiene informazioni sulle navi che hanno creato tale disturbo.
    Tutto cio' ha applicazioni pratiche: è possibile dedurre l'ubicazione, la velocità e persino la stazza delle navi, analizzando i modelli d'interferenza delle onde. Quando onde piu' recenti si sovrappongono ad altre piu' vecchie, il mare diventa piu' modulato, ovvero contiene un numero maggiore d'informazioni. Nei giorni calmi, la sua superfice resta modulata per ore, talvolta per giorni. I modelli ondulatori che persistono sono il ricordo delle navi che hanno attraversato quel tratto di mare. Se il vento, la gravità e le linee costiere non cancellassero queste forme,
    questi ricordi resterebbero all'infinito. Invece, per l'azione del vento, della gravità e delle linee costiere, prima o poi la memoria del mare si cancella.
    Il mare è una buona analogia del campo cosmico alla base di tutto lo spazio-tempo: il campo unificato. Il campo unificato è il concetto integrale del vuoto quantistico, emergente dalle ultime teorie grand-unificate e super grand-unificate. Si tratta del campo che include non solo le misteriose energie del punto zero, ma anche tutte le forze e i campi della natura.
    Ogni oggetto nello spazio e nel tempo emette radiazioni, e le radiazioni emesse si propagano (o, per dirla con i fisici "disturbano il livello base") nel campo cosmico che le contiene.
    Le onde emesse dagli oggetti si propagano nel campo unificato, creando modelli complessi d'interferenze.
    Tali modelli, come quelli d'interferenza di due raggi laser nei comuni ologrammi, contengono informazioni. Quando le onde s'incontrano, le informazioni in esse contenute non si sovrascrivono, in quanto le onde si sovrappongono l'una all'altra. Come in un ologramma, le informazioni contenute dalle onde sovrapposte sono presenti in tutto il medium di registrazione, il quale nel caso del campo unificato si espande in tutto lo spazio cosmico.
    Dunque, il campo unificato trasporta informazioni, ovvero connette tutte le cose tra loro.
    William James, il padre della psicologia americana, percepiva tali interconnessioni.
    Egli scrisse: "Dalla mia esperienza... emerge dogmaticamente una conclusione...che noi, con le nostre vite, siamo come isole nel mare, o alberi nella foresta. L'acero sussurra al pino con le sue foglie, e viceversa... Inoltre, gli alberi intrecciano le radici nell'oscurità sotterranea
    e le isole si saldano tra loro nei fondali oceanici. Allo stesso modo, esiste un continuum di consapevolezza cosmica, contro la quale la nostra individualità non erige altro che recinzioni
    temporanee e in cui le nostre menti si tuffano come in un mare materno o in un serbatoio... ".
    La scoperta che il campo unificato non è soltanto un campo superdenso di energie incessantemente fluttuanti, ma anche un campo cosmico d'informazioni, richiama alla mente l'antico concetto di Akasha.
    Nella filosofia indiana, con questo termine (che originariamente significava "radiazione" o "brillantezza") si indicava il primo e piu' importante dei cinque elementi (gli altri erano vata, aria; agni, fuoco; ap, acqua; prithivi, terra). Akasha contiene le proprietà di tutti i cinque elementi; è l'utero da cui è emerso tutto cio' che percepiamo con i nostri sensi
    e nel quale ogni cosa alla fine tornerà.
    "Il registro akashico" (o "cronaca akashica") costituisce la registrazione duratura di tutto cio' che accade ed è mai accaduto nell'universo intero.
    Nei miei libri e studi recenti ho evidenziato come il campo unificato che trasmette e conserva informazioni sia sorprendentemente simile all'antico concetto di Akasha, e quindi meriti la definizione di campo akashico (campo-A, per brevità). Il campo-A, a mio parere, è il piu' fondamentale dei campi fondamentali della natura, implicando il campo-G (il campo gravitazionale), il campo EM (il campo elettromagnetico) e i campi nucleare e quantistico.
    Il campo-A non è un'astrazione teorica, ma una realtà fisica. Di piu', è una realtà di cui si puo' fare esperienza diretta.
    Il nostro cervello è capace di ricevere informazioni trasmesse dalle onde che si intersecano tra loro nel campo unificato, il Campo Akashico cosmico.

    La mia esperienza del campo-A
    Molte persone hanno avuto, e stanno avendo, esperienza diretta di questo campo: si tratta delle cosiddette "esperienze akashiche".
    Nel mio ultimo libro (The Akasha experience: Science and the Cosmic Field. Inner Traditions, marzo 2009) riporto venti resoconti di prima mano da parte di scienziati, studiosi e artisti noti e stimati, sulle esperienze akashiche che hanno trasformato la loro mente e la loro vita.
    Tali resoconti sono seguiti da uno studio dei processi fisici che rendono possibili queste esperienze "extra-sensoriali". Di seguito illustrerò brevemente alcune delle mie "esperienze akashiche".
    Le mie esperienze del campo-A, pur meno sensazionali e incredibili di quelle di tante altre persone, sono state - e continuano a essere - costanti e notevolmente illuminanti.
    Cominciai ad avere esperienze akashiche prima dei trenta anni, quando facevo il pianista professionista. Mentre suonavo, la mia mente era libera di esplorare tutto cio' che
    affiorava alla coscienza. Le visioni spontanee arrivavano ogni tanto mentre mi esrcitavo a casa,
    ma piu' spesso quando suonavo in pubblico. E' però dagli anni Settanta, da quando cioe' ho cominciato a studiare sistematicamente la natura fondamentale della realtà, che le mie esperienze akashiche hanno cominciato a riguardare le questioni che occupavano la mia mente.
    Alcune idee che fluivano spontaneamente nella mia consapevolezza confermavano quanto stavo pensando, mentre altre mi davano la sensazione che nei miei ragionamenti c'era qualcosa di sbagliato.
    Altre ancora costituivano idee nuove, punti di vista inediti su questioni delle quali mi stavo occupando.
    Gradualmente, anno dopo anno, le idee che sembravano giuste e vere andarono a formare una nuova concezione del mondo. Era la concezione di un mondo organico e dinamico, in cui ogni cosa era collegata con le altre e tutto si evolveva verso forme di complessità, armonia e integrità piu' elevate.
    Le esperienze akashiche che cominciarono circa cinquant'anni fa suonando il pianoforte sono continuate per tutti questi anni, e tutt'ora avvengono. Purtroppo di questi tempi suono raramente il pianoforte e le mie giornate sono riempite da altre attività, ma ci sono ancora momenti in cui accedoa quello stato calmo e contemplativo che genera un flusso spontaneo di idee.
    Nel cosiddetto stato "del sogno bianco" che precede il risveglio completo, un riesame dei problemi che hanno occupato la mia mente durante il giorno puo' farmi intuire che alcune delle mie teorie e ipotesi sono corrette, mentre altre no. Inoltre, compaiono idee nuove che suggeriscono soluzioni originali ai problemi sui quali mi sto interrogando. Ma la sensazione che la realtà sia un tutto organico in dinamica evoluzione non è mai cambiata ne' diminuita.
    Nel presente articolo non posso elencare tutte le idee che ho avuto in questo modo intuitivo: ne menzionerò solo alcune che mi sembrano particolarmente importanti.
    Un concetto certo e chiaro è sempre stato che il mondo, con tutte le sue diversità, è fondalmentamente uno e integro. L'universo non è una torta a strati composta di cose e processi intrisecamente diversi, bensì un sistema autoevolventesi. Alla fine, ci sono un solo tipo di entità che emerge e si evolve nello spazio e nel tempo, e un solo tipo di processo.
    Grazie alla mia amicizia con il biologo Ludwig von Bertalanffy e il fisico Ilya Prigogine, e allo studio delle loro teorie, sono giunto a considerare questo "solo tipo di entità" come un sistema naturale, ovvero un sistema complesso in costante comunicazione con il suo ambiente.
    Il "solo tipo di processo" nel mondo è quello che implica l'evoluzione o, piu' esattamente, la coevoluzione, di questi sistemi.
    Un'altra intuizione ha riguardato gli elementi fondamentali della realtà fisica. Compresi che essi erano energia e informazione. L'energia è "l'hardware" dell'universo, le informazioni il "software". Se qualcosa, e non il nulla, esiste, è perchè pacchetti e configurazioni di energia "decorano" lo spazio cosmico e il tempo; ma le cose sono nel modo in cui sono perchè questi pacchetti e configurazioni di energia sono sempre e precisamente "informati". Quella che consideravamo materia è un'illusione creata dalla nostra osservazione dei pacchetti e delle configurazioni di energia informata che co-evolve nello spazio e nel tempo.
    L'idea che l'interconnessione tra sistemi aperti in natura è universale e fisicamente reale fu un'altra intuizione fondamentale. Queste interconnessioni sono intriseche e mutuali: Whitehead le chiamava "relazioni interne". Esse sono piu' fondamentali delle cause e degli effetti meccanicisti previsti dalla Fisica classica.
    Grazie a questa comprensione, non ho mai dubitato del fatto che noi esseri umani, in quanto configurazioni energetiche notevolmente evolute e informate, comunichiamo tra noi e con altre configurazioni di energia informata in modi che vanno oltre i confini ordinari della causalità.
    Non mi ha sorpreso il fatto che tali forme di comunicazione, sottili e in parte non sensorie, siano state scoperte in numerose discipline: prima nella Fisica quantistica, poi nella cosmologia, quindi nella biologia, nella psicologia e negli studi sulla consapevolezza.
    Da molto tempo ho la certezza, a livello intuitivo, che tutto cio' che è successo nell'universo continua a essere presente, in un modo o nell'altro:nulla è completamente evanescente.
    Quando una sera d'estate un amico mi disse, sulle spiagge del Mediterraneo, che era morto improvvisamente uno scienziato che ammiravo e che stava scrivendo un libro che speravo di leggere presto, risposi, con una convinzioni che sorprese me non meno del mio amico, che le sue idee non erano morte: esse continuavano ed erano accessibili. Da quel momento nacque in me la motivazione a studiare seriamente la Fisica dell'informazione-conservazione - ovvero della memoria - in natura.
    Un'altra intuizione fondamentale che non ha mai smesso di "informare" la mia mente è che psyche e physis, mente e materia, non sono realtà separate ne' elementi distinti della stessa realtà. Esse co0stituiscono la stessa realtà. La differenza sta nell'occhio di chi guarda: visti in un certo modo - con un certo tipo di presupposti - i pacchetti e le configurazioni di energia informata che costituiscono la realtà sembrano fisici, mentre in un altro modo sembrano mentali.
    Di fatto, essi sono entrambi: in ultima analisi, la realtà che ci circonda, e di cui siamo parte, è psicofisica.
    Io credo che l'esperienza del campo unificato d'informazione e memoria stia alla base della creatività e delle intuizioni autentiche in tutti i campi dell'agire umano, dallo scientifico all'artistico, passando per il tecnologico e lo spirituale.
    In questi tempi critici abbiamo tutti bisogno di esperienze akashiche che ci aiutino a riscoprire la nostra integrità in quanto individui e i nostri legami con gli altri e con la rete intera della vita su questo pianeta.

    *Ervin Laszlo
    Fondatore e presidente del Club di Budapest, codirettore del World Wisdom Council, ha insegnato in varie università negli USA, in Europa e in Estremo Oriente; si occupa in particolare di teoria dei sistemi e teoria generale dell'evoluzione. Premio internazionale Mandir per la Pace (Assisi 2005), oggi vive in Toscana, ma continua a tenere conferenze in tutto il mondo.
    E' autore o coautore di una cinquantina di libri. Tra i suoi ultimi spiccano i titoli: Risacralizzare il Cosmo (Urra Edizioni 2008) e Il puntodel Caos (Urra Edizioni 2007).


    Fonte: katazen.com
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