Replying to Il manoscritto di El Minya

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  1. Posted 19/6/2011, 16:40


    Il Vangelo di Giuda

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    ...Dopo 1.800 anni di silenzio, le parole di un fragile manoscritto gnostico hanno raggiunto le pagine dei quotidiani di tutto il mondo. Sono le parole di Giuda, il discepolo traditore, del suo Vangelo finalmente venuto alla luce e oggi tradotto da un team di esperti grazie al National Geographic, che ne ha curato la pubblicazione. Il Vangelo di Giuda è una rivelazione, la personale rivelazione che Gesù fa a Giuda della verità divina.
    [...]
    Il testo, ritrovato negli anni ’70 dello scorso secolo nel deserto egiziano nei pressi di El Minya, ha avuto una strana sorte, passando prima nelle mani dei mercanti d’arte che lo vendettero in Europa, quindi finì negli USA dove rischiò letteralmente di marcire in una cassetta di sicurezza di una banca newyorkese. Acquistato da Frieda Nussberger-TChacos fu infine donato, per l’impossibilità di venderlo, alla Maecenas Foundation che ne incaricò per il restauro (il testo era ridotto in oltre 1.000 frammenti) l’esperto di copto, la lingua egizia del periodo cristiano, Rodolph Kasser. Oggi lo studio dei vangeli gnostici grazie a quest’apporto si arricchisce di un prezioso documento. Ricordo che lo gnosticismo nacque dagli insegnamenti più profondi di Gesù, non era pertanto un movimento politico ma una corrente puramente mistica. Quindi perché non dare uno sguardo e capire meglio Giuda Iscariota attraverso questo nuovo Vangelo? Le parole, poste su fogli di papiro legati tra loro da un laccio di pelle, furono redatte in copto intorno al 300 d.C. e in alcuni punti sono straordinarie, disegnando un rapporto tra Gesù e Giuda del tutto intimo. Lo stesso Gesù viene descritto come depositario di una verità...consapevole allo stesso modo della relatività del mondo. «Tu supererai tutti loro - confida Gesù a Giuda - perché farai in modo che venga sacrificato l’uomo entro cui io sono».
    “Tu...sacrificherai l’Uomo che mi racchiude”, vale a dire il guscio esterno, il corpo fisico che è passibile di malattia, di morte, di dolore e di sofferenza. Il guscio verrà messo a morte per fare in modo che la persona vera al suo interno, l’anima dentro Gesù, che è il suo legame con il Divino, possa essere liberata...
    Meraviglioso passo in cui è il Verbo che parla, lo Spirito che attraverso la voce dell’Uomo prefigurerà la trasfigurazione dalla carne, cioè la trasformazione dell’Uomo in Dio... un concetto di Dio prettamente gnostico, un Dio superiore alla creazione, che è invece frutto di una sottocreazione, di un demiurgo che si è voluto elevare a divinità.
    [...]
    Ecco quindi la figura di Giuda...che viene investito della responsabilità di abbattere la materia, la carne che imprigiona lo Spirito, consegnando la materia stessa ai suoi aguzzini per realizzare la parusia. Non è la carne che conta ma ciò che in essa è contenuto, la scintilla che può divenire Luce e che il dio inferiore non può eliminare. È per questo che Giuda è un “amico” e non un traditore.
    «...a te rivelerò i segreti del regno, un regno che raggiungerai con molta sofferenza» dice Gesù a Giuda, e ancora “Solleva i tuoi occhi, guarda la nuvola e la luce che in essa è contenuta e le stelle intorno. La stella che indica la Via è la tua stella». È qui che Giuda ottiene la rivelazione entrando nella “nuvola luminosa”. Non siamo di fronte a un evento ufologico bensì ad un incredibile quanto profondo messaggio simbolico codificato in una visione sciamanico-cabalistica dello stesso Giuda, guidata dalla Voce divina di Gesù, dove la nuvola è il messaggero, è lo stesso Corpo di Luce del Cristo (ricordiamo che il Verbo divino è associato al Tuono e al fulmine, che scaturiscono entrambi dalle nubi, mediatrici tra il cielo e la terra) che offre protezione a colui che ne sarà il mezzo di liberazione. La stella che indica la Via è la stessa stella dell’apparizione, la stella messianica che gli esseni chiamavano “Kochba” (che significa proprio “stella”), rappresentata dall’esagramma divino, e che indica il Verbo che si incarna.
    [...]
    Il punto del Vangelo di Giuda è proprio questo: era così per Gesù, era così per Giuda ed è così per tutte le persone che posseggono quella scintilla del Divino, quella persona interiore, quell’anima interiore che è il vero essere umano dentro di noi. E se semplicemente si arriva alla conoscenza, si arriva a conoscersi, si può essere condotti a trovare sé stessi, la vita reale, l’anima che è dentro di noi.
    [...]
    «In effetti la parte essenziale del Vangelo di Giuda è una lettura abbastanza dura per coloro che non sono molto addentro in questo mondo mistico, ma fondamentalmente, quello che viene detto in questa parte centrale è una rivelazione che Gesù fa a Giuda riguardo al vero significato di Dio, degli esseri umani e del mondo. Gli confessa che questo mondo fisico è stato creato da un dio inferiore e noi, scintille divine, siamo rimaste intrappolate qui. E’ necessario liberarsi dalla materia conoscendo la verità sulla nostra prigionia, per tornare alla creazione primaria. Quello che dice Gesù, per semplificare al massimo è: “Se vuoi conoscere la verità, Dio è davvero un grande e invisibile essere spirituale estremamente trascendente e, attraverso una complicata serie di rivelazioni, la luce di Dio è discesa in questo mondo attraverso corpi luminosi e angeli ed esseri e figure demiurgiche e così via. La luce alla fine è discesa in questo mondo frammentandosi. Si tratta di una sorta di devoluzione del Divino, è come una luce che discende, e mentre discende in questo mondo e il mondo viene creato come entità fisica, la luce rimane sempre più intrappolata nei corpi umani e così via. Ma questo è il segreto della vita umana, il fatto che abbiamo una scintilla di questa luce, un pochino di questa radianza di Dio dentro di noi, di cui ci siamo dimenticati. Quindi Gesù ricorda questo a Giuda, ne parla con lui e per tutto il testo dice a tutti che abbiamo una scintilla divina dentro e che dobbiamo svegliarci a questa luce, scoprire chi siamo veramente ed essere delle persone illuminate, vivere con la luce divina. Questo è il messaggio segreto che alla fine viene chiarito nel Vangelo di Giuda».
    [...]
    Gesù si rivolge ai discepoli e gli chiede se qualcuno di loro ha la forza necessaria per tirare fuori la persona perfetta che ha in sé e stare eretto davanti a lui. I discepoli rispondono che sono in grado di farlo, ma ognuno di loro fallisce, non riesce a stare eretto davanti a Gesù, tranne Giuda, che però volge lo sguardo da un’altra parte in segno di modestia. Ma la cosa più importante è che dice a Gesù: “So chi sei e da dove vieni”. Questa è la confessione alla base del Vangelo di Giuda. Giuda gli dice: “Tu vieni da Aion, dal regno di Barbelo, e io non sono degno di pronunciare il nome di chi ti ha mandato”. Colui che ha inviato Gesù sulla terra è Dio, anche se forse la parola “Dio”, non è grande abbastanza, non è trascendente abbastanza. E per questa divinità, che nel testo viene citata due volte, la parola “Dio” non era adeguata, tanto incredibile ed esaltante è la sua natura. E da lì è venuto Gesù, da lì è venuta la luce. Barbelo è il nome che viene spesso usato in questo tipo di testi, ed è il nome che si riferisce anche a Dio la Madre, ossia la prima manifestazione del divino (1). Quindi è come se Giuda avesse detto che Gesù viene da Dio, che Gesù deriva dal reame divino, e quel reame divino è così trascendente che non riesce neanche a pronunciarne il nome.

    (1) Per gli gnostici esisteva una creazione suprema e una sottocreazione. Questo mondo sarebbe una sottocreazione, frutto di un dio inferiore. Gesù viene associato invece al reame supremo chiamato anche Barbelo e associato alla Sophia, la divina Sapienza.

    [Ndr] Brani tratti dall'intervista di Adriano Forgione al Prof. Marvin Meyer titolare della cattedra di studi biblici presso la Chapman University,Calfornia, uno dei tre studiosi che hanno tradotto questo Vangelo.
    Fonte: www.koimano.com/articolo.asp?id=252

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