Replying to Il vuoto quantico di Tesla

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  1. Posted 6/12/2010, 17:16


    IL VUOTO QUANTICO DI NIKOLA TESLA

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    Tesla, rompendo con la tradizione classica e con l'orientamento generale del meanstream accademico del suo tempo, e soprattutto con gli scienziati canonici del nostro tempo, ritenne che questa sostanza ("etere"ndr.), appena individuata, dovesse consistere in un oceano di energia intelligente che denominò con l'espressione "energia radiante".
    Naturalmente, in mancanza del solito modello matematico, fu abbastanza facile per i benpensanti della fisica tradizionalista confutare e giudicare altamente opinabili le affermazioni in merito ai suoi più concreti esperimenti che avevano il pregio di precedere il formalismo matematico, anticipando i risultati e le soluzioni emergenti da tutta quanta la materia scaturita dalle sue osservazioni pratiche.
    Senza contare poi che tra Tesla e i suoi detrattori, che non lo avevano ben capito, esisteva anche un profondo equivoco scientifico.
    Per "etere" i fisici del tempo intendevano quel mezzo, poi recisamente negato, attraverso il quale avrebbe dovuto trovarsi a vibrare le onde di un campo elettromagnetico.
    Ma questa concezione di etere era cosa ben diversa da quella che intendeva Tesla, per il quale l'etere non aveva nulla a che fare con il campo elettromagnetico e con le sue equazioni di Maxwell, bensì con un campo completamente diverso, formato dal "vuoto quantico", un vacuo, un velo impalpabile, un flusso evanescente di energie sottilissime.
    In questo modo era inevitabile che nel pensiero fisico-matematico, di per sé fondato su asserzioni rigorose, nel corso della storia della ricerca scientifica si abbattesse uno tzunami che spazzasse via quel binario obbligato, dettato dalla scienza ufficiale, al di fuori del quale qualunque altro percorso, dichiarato insensato, non poteva consentire vie praticabili.

    L'imbarazzo della scienza moderna oggi sta tutto qui. E' estremamente difficile per un fisico attuale, e ancor di più per una comunità di fisici tenuta insieme da un ferreo consenso, dover ammettere di aver sbagliato tutto e di aver costruito un edificio potente, imponente e solido sul terreno sbagliato.
    Ne consegue che esso finisce per essere un edificio "artefatto", non un edificio realistico.
    Per dirla con le parole del fisico quantistico Fritjof Capra, "La scienza attuale si preoccupa più di costruire mappe che non di fotografare il territorio". Ma la realtà empirica e' il territorio, mentre la mappa e' spesso una realtà di comodo, come troppo spesso lo sono certi dati o parametri utili per far tornare i conti delle equazioni, come architettura di base dell'attuale edificio della fisica.

    Oggi la fisica si trova allora a una svolta e a fare i conti con un vuoto senza massa, ma dotato continuamente di "energia virtuale intelligente".
    La scoperta della natura di questo tipo di vuoto, se da un lato affascina le menti dei fisici più all'avanguardia, da un altro lato li preoccupa, perché essi temono che l'individuazione delle proprietà del vuoto possano far crollare completamente l'attuale edificio della fisica, non per il modo in cui esso e' costruito in sé, ma per il fatto che esso potrebbe presentarsi come "un castello in aria", completamente avulso dalla realtà più autentica del cosmo.

    In questo contesto, nell'ambito della realtà più autentica del cosmo e della moderna teoria di campo (scalare), moltissimi fenomeni definiti immaginari o fantasiosi, quando non addirittura impossibili a verificarsi, possono accadere: velocità superiori a quelle della luce (superluminali); l'esistenza di altri universi e di altre dimensioni; fenomeni caratterizzati dalla "non località", come già dimostrato da Bell, sperimentato da Alan Aspect e documentato dagli studi quantistici del grande fisico britannico David Bohm: tutti aspetti del reale che comportano l'esistenza di un universo interconnesso nell' ambito di un grande "ordine implicito", compresa la possibilità di alterare lo stesso campo gravitazionale, e perfino i fenomeni paranormali e le manifestazioni degli UFO.

    Certamente Tesla, essendo ispirato dalle concezioni e dalle letture dei testi orientali, fu uno dei primi, se non il primo, nell' ambito della cultura del mondo occidentale, a percepire l' esistenza dell' etere e delle sue proprietà...

    (Tratto dal libro: "La scienza dell' uno. La chiave dell'universo nascosto" di Vittorio Marchi)

    Fonte: teschio.net

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