1. Assassinata da una morta
    La maledizione lanciata in tribunale da una nana vendicativa

     
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    La polizia non è ancora riuscita a venire a capo di uno dei casi più grotteschi di omicidio: il crimine infatti fu compiuto da una morta. Il crimine risaliva al periodo intorno al 1870, quando miss Ada Danforth e la sua piccola pupilla, Fanchon Moncare, si spostavano regolarmente via nave tra la Francia e New York. Miss Danforth era solita spiegare che Fanchon, rimasta orfana dopo che i genitori erano periti in un incendio, al compimento del diciottesimo anno d’età avrebbe ereditato una fortuna: nel frattempo Ada era la sua tutrice legale.
    Fanchon era adorabile nel fare l’inchino a ogni passeggero incuriosito per poi saltellare via con la sua bambola. Ma, ritornate nella loro cabina di lusso, l’infantile mascherata finiva. Il viso angelico di Fanchon si tramutava in una maschera di malvagità. Criticava sprezzante la propria “tutrice” con il linguaggio da bassifondi che aveva imparato nei quarantatrè duri anni della sua vita, dai primi giorni trascorsi come attrazione in un circo alla sua attuale carriera di ladra e contrabbandiera.
    Nonostante i frequenti litigi, la collaborazione tra le due donne era proficua. Mentre Ada si occupava dei bagagli, la piccola Fanchon – il cui vero nome era Estelle Ridley – passava la dogana saltellando e cullando la sua beneamata bambola. A nessuno veniva l’idea di fermarla.
    Arrivate a New York, le due salivano su un taxi per Chinatown, dove le attendeva un vecchio amico, Wing To. In una stanza posta sul retro si staccava la testa alla bambola e ne usciva una fortuna in gioielli – il frutto di mesi di furti nel continente europeo.
    Gli affari avrebbero potuto continuare per anni se non fosse accaduto un fatto nuovo: FAnchon si invischiò in una faida mortale con un’avvenente rivale, Magda Hamilton. Secondo i resoconti della polizia, il motivo della contesa era rappresentato dal cuore di Dartney Crawley, un abile giocatore d’azzardo.
    Magra infranse ogni regola della malavita diventando informatrice della polizia e le socie in malaffare, all’approdo a New York, trovarono un comitato d’accoglienza che le attendeva. Per la prima volta la bambola di Fanchon fu ispezionata e, qualche minuto dopo, le due erano in viaggio per il famigerato carcere di Tombs.
    La nana, con una fedina penale impressionante, fu condotta all’ergastolo. Ada, di dieci anni più giovane, fu condannata a vent’anni di carcere per complicità.
    Ma il momento più drammatico del processo vide Fanchon come protagonista. Quando intravide Magda che la osservava gongolante, seduta in un’affollatissima sala di tribunale, si alzò di scatto e lanciò con voce stridula il giuramento che un giorno avrebbe ucciso la traditrice.
    Magda coronò i suoi desideri sposando Dartney Crawley ma, sei mesi dopo, fu abbandonata dal marito che se ne andò a cercar fortuna nelle miniere della California. I termini del divorzio furono generosi per Magda, che diventò così una tranquilla benestante.
    La sua fortuna crebbe grazie ad abili investimenti, e divenne una figura di spicco nella buona società di New York.
    Fanchon era stata completamente dimenticata da tutti... eccetto che da Magda Hamilton. Una mattina irruppe negli uffici della polizia accusando violentemente gli ufficiali per non averla avvertita dell’evasione di Fanchon.
    Raccontò di essersi svegliata da un sonno pesante e di aver trovato la nana nella sua camera da letto. Rancho indossava ancora gli abiti infantili e teneva stretta fra le mani la bambola di porcellana. Ma era diventata ora una megera vizza e gobba che sogghignava da una bocca sdentata.
    Magda lanciò un urlo e si rinchiuse nella stanza da bagno, dove rimase acquattata per il resto della notte.
    In preda a una crisi isterica, la donna pretendeva ora un’adeguata protezione dalla polizia fino alla cattura del mostro.
    Un sergente di polizia divertito le presentò una copia del New York Times vecchia di una settimana. Le indicò un trafiletto nell’ultima pagina, in cui si riportava che Fanchon Moncare si era impiccata nella propria cella.
    Quello stesso pomeriggio Magda Hamilton comprò un biglietto per l’Europa su una nave di linea della Cunard. Essendo la partenza fissata per il giorno dopo, andò a cena con un amico per recarsi poi a casa.
    Il giorno dopo la servitù trovò i bauli pronti. Ma per Magda non ci sarebbe stata alcuna traversata oceanica. La donna era scompostamente distesa a letto, seminuda, con gli occhi fuori dalle orbite e sangue raggrumato agli angoli della bocca. Secondo il referto medico era letteralmente annegata nel proprio sangue. La membrana della gola risultò spezzata, come se nella bocca le fosse stato infilato selvaggiamente un pesante oggetto a forza.
    L’arma del delitto non fu mai trovata. Ma un sospetto, anche se strano, c’era. Furono trovati nella bocca insanguinata di Magda dei capelli, esattamente come quelli delle bambole di porcellana.
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