Universo finito o infinito? (parte 1^)

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    E' FINITO L'INFINITO


    di Sirio

    dodecaedro


    Fino ad adesso lo avevamo immaginato infinito e le più accreditate teorie cosmologiche lo hanno descritto piatto e in costante espansione, ma qualche tempo addietro la rivista Nature ha dedicato la copertina alla "finitezza dell'infinito". E cioè all'ipotesi formulata da parte di un gruppo di astrofisici secondo i quali l'universo infinito non solo sarebbe curvo, ma addirittura ripiegato su se stesso, insomma un sistema chiuso molto simile alla familiare forma del pallone da calcio. Secondo infatti il gruppo di astrofisici dell'Osservatorio di Parigi, coordinato dal francese Jean-Pierre Luminet, l'universo avrebbe dei confini molto precisi e sarebbe racchiuso all'interno di 12 pentagoni curvi uniti in una sfera. I ricercatori lo definiscono "un semplice modello geometrico di uno spazio finito" che si basa sullo "spazio dodecaedrico di Poincare". In sostanza in questa singolare figura geometrica sono uniti insieme blocchi di spazio in modo che ogni faccia a forma di pentagono sia ancorata alla sua faccia opposta. Di conseguenza ogni oggetto (compresa la luce) che attraversi l'interno del dodecaedro e vada a toccare una determinata faccia, viene riflesso dalla faccia opposta e così via. Un fenomeno, questo, che produce, per quanti si trovino all'interno di questo universo sferico, l'illusione di vedere tutto intorno tante altre copie della stessa sfera, come in un gioco di specchi che si riproduce all'infinito. Ci troviamo quindi di fronte alla negazione di quanto abbiamo creduto, oppure ritenuto di credere, fino ad oggi, dove il termine universo poteva essere tranquillamente usato come sinonimo di infinito. Toccherà da ora stare attenti a metafore che lascino intendere tale assioma. Ma non è una teoria, quella degli astrofisici francesi, filosofica, una sorta di pensiero speculativo, piuttosto una teoria scientifica formulata sulla base dei dati ricavati dal satellite della Nasa Wmap (Wilkinson Microwave Anisotropy Probe), che ricostruiscono la mappa della radiazione residua dopo il Big Bang, la gigantesca esplosione che avrebbe dato origine all'universo, fornendo un'immagine dell'universo come era circa 400.000 anni dopo la grande esplosione che diede vita al nostro universo. Analizzando questi dati, gli astrofisici avrebbero verificato che, su grande scala, le fluttuazioni di temperature segnalate erano molto inferiori a quelle che avrebbero dovuto essere presenti in un universo infinito. Un dato che, rilevano gli astrofisici, le teorie cosmologiche tradizionali non riescono a spiegare e che soltanto un universo chiuso e sferico può interpretare in modo coerente. Da qui la conseguente ipotesi di un universo tutto sommato piccolo, ragionando su grandezze astronomiche, chiuso in una sfera dal diametro di solo 30 miliardi di anni luce. Ovviamente l'annunciata teoria apparsa sulla prestigiosa rivista internazionale Nature, ha sollecitato il mai sopito dibattito se l'universo sia finito o infinito. Un dibattito che ancora una volta si pone nella misura in cui il termine universo sia sinonimo di infinito. Ammesso e non concesso che il nostro universo sia finito, al di fuori del pallone da calcio troveremmo un antiuniverso composto di antimateria, o altri universi che si ripetono anch'essi all'infinito? E tutto questo universo di universi sarebbe anch'esso finito. Cosa c'è infatti al di là della linea dell'orizzonte? Il nulla?! E come si spiega il nulla di fronte all'esistente? Il concetto di universo così come quello di infinito si prestano a dissertazioni filosofiche e teologiche anch'esse infinite. Ma il paradosso è che anche nel nostro modo di esprimerci, di ragionare alla fine diamo al concetto di infinito un senso di compiutezza. Alcune frasi sono diventate celebri perché dei paradossi, come "via più veloce della luce" che almeno ai tempi di quando è stata formulata per la prima volta era assolutamente impensabile, o la più recente "verso l'infinito e oltre" di Buzz Lightyear, anche se questa non ha la stessa notorietà al grande pubblico del primo caso. Il concetto che sta alla base di queste due affermazioni potrebbe però essere lo stesso: o l'impossibilità di porsi dei limiti, o al contrario la volontà di puntare degli orizzonti da valicare. Si scende nella retorica, ovviamente, l'importante è comunque che questo si traduca in quella curiosità che è stimolo a l'uomo per progredire in ogni campo. Tornando alla teoria, assolutamente da inesperto della materia, mi viene però una curiosità: come la mettiamo con i buchi neri, di cui ne sono stati misurati alcuni di grandissime dimensioni, che risucchiano al loro interno la materia circostante, ingrandendosi conseguentemente e quindi aumentando la quantità di materia inglobata? Se l'universo è finito…

    Fonte: cerca.unita.it

    Per approfondimenti sul tema leggere anche l'esaustivo articolo di Cosimo Galasso su www.corrieredelsud.it/site/modules/...rticle.php?9600
     
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1 replies since 13/3/2012, 16:41   669 views
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