1. Il Libro dell'Immortalita'...

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    By *ROS* il 15 Oct. 2010
     
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    Nicolas Flamel

    di Marisa Uberti

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    Nicolas Flamel nacque nel 1330,forse a Pontigny,da una modesta e dignitosa famiglia che lo fece studiare. Divenne copista e in seguito giurista. In quel tempo era un'attività redditizia e di notevole importanza,poichè dava la possibilità di insegnare a leggere e a scrivere anche a coloro che erano agiati e nobili,ma non lo sapevano fare.

    Dotato di notevole spirito di iniziativa,di curiosità,ed evidentemente di fiuto negli affari,riuscì ad aprire un banco di vendita sul retro delle colonne della chiesa di Saint-Jacques la Boucherie a Parigi. Prese alloggio in una casa,detta "All'insegna del giglio", luogo di 'ritrovo' di scrivani,apprendisti scrivani,amanuensi,copisti,in cui circolavano manoscritti e codici miniati di vario tipo. Facendosi largo nell'ambiente,passò da scrivano a maestro di lettere e anche editore.La Via S. Jacques -la-Boucherie divenne Rue des Ecrivains cioè Via degli Scrivani,quando la Corporazione omonima(cui Flamel apparteneva) vi trasferì la sede..

    In questo contesto conobbe colei che diventerà la sua inseparabile compagna e musa ispiratrice,Pernelle,che era rimasta vedova due volte e poteva contare su un patrimonio notevole.Più grande di qualche anno di Nicolas,lui l'aiutò in alcune questioni legali(era anche un giurista e insegnava all'Università)e si sposarono nel 1357,un anno importantissimo per Flamel.

    Documentazioni,certificati di matrimonio,atti notarili esistono: storicamente si hanno fonti concrete del personaggio e della sua vita,dunque. Vita che si ammanta di una straordinaria serie di eventi 'fortuiti' che la faranno entrare per sempre nella leggenda.Dicono che trovò la Pietra Filosofale e,con essa,il segreto dell'Eterna Giovinezza.Un uomo che riuscì a darsi al prossimo,elargendo i propri beni a piene mani, costruendo oltre una decina tra ospedali e case di cura,a dare ricovero ai derelitti,a restaurare chiese e monumenti. Se si sanno tutte queste cose, cosa c'è di ancora poco noto in questo personaggio?

    Proverò a rispondermi con un'altra domanda: come mai esercita tanto fascino dopo sei secoli dalla sua scomparsa? Come mai tanti uomini dalla mente illuminata hanno cercato,nelle varie epoche,di studiare sui suoi testi e decifrarli? Tra le varie teorie,c'è anche chi lo annovera tra i Gran Maestri del Priorato di Sion e gli attribuisce i natali nella località di Gisors, niente meno(oltre che rimarcare come la scoperta della Pietra sia avvenuta il 17 gennaio,una data assai 'emblematica', per taluni). Non va dimenticato che un gran numero di persone non conosce Flamel,e il suo nome non è riportato su testi enciclopedici di uso comune.Rappresenta una 'pietra miliare' per chi si interessa di studi ermetici,ma non per gli altri.

    Flamel è uno di quei personaggi che,una volta incontrati, diventa familiare. La sua immagine di anziano barbuto,dagli occhi vivi e dall'espressione bonaria ed enigmatica,potrebbe appartenere ad un nostro antenato,al nonno di ciascuno di noi. In qualche maniera egli ha trovato il modo di annullare il tempo e lo spazio, partecipando al presente nonostante appartenga ufficialmente al passato. E'come se l'anima di Flamel sia sempre in cerca di qualcuno a cui trasferire le sue Conoscenze,proprio come accadde a lui stesso,venendo investito di un 'compito' che lo ha realmente assegnato all'eternità.

    Raccontare la sua storia,è un po' come percorrere una storia che forse molti di noi vorrebbero avere,anzi che sicuramente vorremmo avere!Una storia semplice,di un uomo semplice che non pare si interessasse di alchimia,inizialmente. Certamente egli aveva avuto modo di venire a contatto con moltissimi testi,anche di matrice alchemica ma non avevano catturato la sua attenzione se non come materiale 'di lavoro',da ricopiare, come tanti altri.Ma una notte accadde qualcosa. Tradizione vuole che Nicolas fece un sogno profetico. Gli apparve infatti un angelo, il quale, mostrandogli uno splendido volume antico, gli mormorò: "Guarda bene questo libro, Nicholas. All’inizio non comprenderai niente di esso, né tu né altri uomini. Ma un giorno vedrai in esso quello che nessun altro uomo sarà capace di vedere." La cosa incredibile era che Nicola non lo aveva mai visto dal vivo,quel libro, e non lo vide fino ad un giorno del 1357, quando lo riconobbe, in mano ad un venditore che non conosceva e che stava per mandare via.Quando notò il libro che teneva in mano,il cuore gli fece un balzo in petto e si affrettò a comprarlo.

    Racconta Flamel:“La legatura in solido ottone, dentro vi erano figure e caratteri che non erano latini e neanche francesi...era stato scritto con una matita di piombo, su fogli di corteccia ed era stranamente colorato. Sulla prima pagina, in lettere d’oro, appariva questa dicitura...Abramo l’Ebreo, Prete, Principe, Levita, Astrologo e Filosofo alla nazione degli ebrei dispersa in Francia (o fra i galli) dall’ira di Dio, augura Salute”.Quindi seguivano grandi maledizioni e minacce contro chiunque avesse posto i suoi occhi su esso senza essere un sacerdote o uno scrivano. La parola misteriosa maranatha, ripetuta parecchie volte su ogni pagina, accresceva il senso di paura che incuteva il testo".

    Nicolas era uno scrivano! Perchè non aprire dunque quel libro?

    Lo fece.

    Il testo si rivelò di assai ardua comprensione,con iconografie che non poteva interpretare, tuttavia Flamel intuì che c'era un messaggio sotteso in esse,una metafora che ormai doveva cogliere. Anzi,comprese che era il percorso da seguire per giungere alla trasformazione del piombo in oro,della materia in spirito. Non fu avida volontà di raggiungere ricchezza e potere,quella di Flamel, ma la perseveranza di lavorare su se stesso,di sentirsi investito di una missione divina,e Dio sarà sempre la Grande Luce,il Fuoco per lui. Senza l'aiuto divino,egli era conscio che non sarebbe mai arrivato a comprendere il 'grande segreto della Natura', dunque iniziò a lavorare dentro di sè,con l'aiuto di Pernelle -animicamente a lui affine- e contemporaneamente intuendo che necessitava di ulteriore conoscenza,che non possedeva.Sempre Dio avrebbe guidato i suoi passi.Era conscio che doveva fortificarsi per sopportare la tempesta di luce che l’avrebbe scosso nel momento in cui la verità avesse preso il suo cuore. Solo allora riuscì a realizzare il suo desiderio. Perchè qualsiasi cosa di buono e di grande possa accadere ad un uomo,esso non è che il risultato della coordinazione dei suoi sforzi volontari e del malleabile destino.

    Purtroppo dovette 'fermarsi' ben vent'anni,a quanto si dice, perchè sviato nelle operazioni alchemiche dai falsi insegnamenti di un tale Anselmo,un medico che si professava in grado di svelargli i segreti contenuti nel mirabile libro. Sfibrato,decise di aver bisogno del supporto di un esperto in Cabbala ebraica,dal momento che il libro era scritto in ebraico antico;gli Ebrei erano stati mandati via dalla Francia,perchè perseguitati e molti si erano stabiliti in Spagna,sotto i più illuminati domini arabi. Nelle sinagoghe,centri di Cultura preminenti,si studiavano e traducevano manoscritti antichissimi. Partì quindi per la volta della Galizia,come pellegrino,per San Giacomo di Compostella.dove andò subito a fare voto. Cercò per anni qualcuno che potesse aiutarlo, ma trovò diffidenza in quanto era europeo e soprattutto francese (di una nazione da cui gli Ebrei erano stati da poco espulsi) fino a che -quasi sulla via del ritorno- a Lèon, venne messo in contatto con Maestro Chances, che finalmente si dimostrò in grado di dargli l'aiuto di cui era alla ricerca.Il libro di Abramo, gli disse, era un manoscritto che si credeva ormai perduto e Chances si irradiò di luce quando lo vide tra le mani di Flamel.Nicolas aveva all'incirca 50 anni, Pernelle lo attendeva a casa e mandava avanti gli affari di famiglia. Nicolas non vedeva l'ora di tornare a riabbracciarla.Propose a Chances di ritornare insieme a Parigi,dove avrebbero potuto fare le loro Ricerche di alchimia.

    Tra il Maestro e Nicolas si stabilì un legame di fratellanza;Chances non conosceva,con tutta probabilità, integralmente il segreto contenuto nel libro ma decise di seguire Flamel a Parigi,dove avrebbero potuto studiarlo a fondo.Era ebreo,però,e non avrebbe potuto entrare in città. Arrivò perfino a convertirsi pur di raggiungere lo scopo prefisso, ma in pochi giorni morì a causa di una malattia e Flamel lo seppellì nella chiesa di S.Croce.Prima di morire, Canches rivelò a Flamel il significato della formula misteriosa sulla quale avrebbe dovuto concentrarsi e continuare a lavorare.

    Ora doveva proseguire da solo. Quel po' che aveva appreso da Maestro Chances doveva bastargli.Trascorse più di tre anni a completare la sua conoscenza, ma alla fine di questo periodo, la trasmutazione fu compiuta. Avendo imparato quali materiali fosse necessario mettere insieme, seguì strettamente il metodo di Abramo e il 17 gennaio 1382 cambiò una libbra di piombo in argento, e il 25 aprile fece lo stesso per ottenere oro puro. E simultaneamente, compì la stessa trasmutazione nella sua anima. Dalla sua passione, mischiata in un invisibile crogiolo, riuscì ad emergere la sostanza dello spirito eterno.

    Ma non usò mai le sue ricchezze per accrescere il suo benessere personale, o per soddisfare le sue vanità. Non cambiò niente della sua vita modesta. Continuò a mantenere la sua attività di libraio,con l' umiltà della sua Saggezza. Pare che ricevette l'ammirazione e la protezione di una dama di corte, Bianca Navarra, figlia del re di Navarra e poi moglie di Filippo VI di Francia che divenne 'esperta in scienze chimiche' , ma cosa si intenda con questo è difficile da dire. Flamel non era uno sprovveduto e aveva ben compreso che la rivelazione del segreto ad un'anima impreparata poteva solo accrescere lo stato di imperfezione della stessa.

    Diventò ricchissimo. Ma non per sè. Era proprietario di una trentina di case,quando morì, che voleva destinare ad ospizi. Come si era procurato tanta disponibilità economica,da suscitare anche parecchie invidie e gelosie?

    Le ipotesi,come al solito,quando si tratta di 'trovare' soluzioni alle questioni che non si possono comprendere, sono svariate: -dal suo lavoro ufficiale di scrivano e giurista all'università di Parigi; - dalla gestione 'sottobanco' dei beni degli ebrei espulsi dal regno; - dalla sistemazione di questioni legali relative alla fortuna personale di sua moglie; - dall'usura;-da speculazione immobiliare sotto copertura di pie fondazioni, poiché la lottizzazione di immobili era particolarmente proficua in periodo di crescita urbana.
    Le ipotesi peggiori si devono probabilmente ai suoi detrattori poichè, come è risaputo, egli viene ricordato per la sua magnanimità e grande umanità verso il prossimo(istituì molti ospedali,restaurò case di cura e chiese).

    Dicono che andasse spesso a passeggiare nel cimitero degli Innocenti,vicino alla sua casa,pensando che ad essi 'facesse piacere'. Sapeva che i morti che vi riposavano sarebbero tornati, quando la loro ora fosse giunta, in forme differenti per perfezionare se stessi e morire ancora. Fece realizzare un bassorilievo da collocarvi; era sempre stato attratto da quel luogo.Secondo molti, nei suoi simboli vi era il segreto della Pietra Filosofale.Per questo,dopo la sua morte,parecchi approfittatori cercarono con false identità di penetrare nella sua casa, asportarono suppellettili,bassorilievi, sondando da cima a fondo i luoghi dove aveva soggiornato.Perfino il cimitero!

    Pernelle morì nel 1397,lasciandolo solo e sconsolato.Flamel si trasferì allora nella casa di Rue de Montmorency.

    Secondo alcuni, Flamel morì nel 1419,ad 89 anni di età;qualcun altro si spinge a 106 anni.Altri ancora,sulla scia della leggenda, affermano che non è mai morto,acquisendo il rango di Adepto Immortale.Nel corso dei secoli,lui e la moglie furono visti diverse volte! C'è anche chi sostiene che egli non sia altri che Fulcanelli. Il fatto che nelle loro tombe,come si racconta, non siano stati ritrovati i corpi, ha fatto aumentare la suggestione.

    La morte di Flamel e la sua tomba

    [...]Flamel trascorse gli ultimi giorni della sua vita scrivendo libri di alchimia,interessandosi non di meno ai suoi affari e predisponendo la sua inumazione,che doveva avvenire in fondo alla navata di Saint Jacques la Boucherie,come infatti fu La chiesa venne in seguito abbattuta,durante la Rivuoluzione,restando solamente un recinto e fu usata come deposito di munizioni ; tutte le opere d'arte scomparvero,così la tomba di Flamel non fu salvata(era stata già depredata a suo tempo dai soliti avventori, credendo vi fossero contenuti mirabili segreti o tesori). Resta però la lapide (coperchio del sarcofago),trovata più tardi da un antiquario:veniva usata come tavola di taglio per un rappresentante di verdura! Pare sia'conservata al Museo de Cluny di Parigi.

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    La scritta dice:"Feu Nicolas Flamel jadis écrivain a laissé à œuvre de cette église certaines rentes et maisons dont il avait fait acquisition et achetées à son vivant pour faire certains service divin et distributions d'argent chacun an par aumônes touchant les Quinze Vingt, l'Hôtel Dieu et autres églises et hospitaux de Paris. Soient priés ici les trépassés.

    "Fuoco(luminoso) Nicolas Flamel precedentemente scrivano ha lasciato ad opera di questa chiesa alcune entrate e case di cui aveva fatto acquisizione e comperate al suo diletto per fare certo servizio divino e distribuzioni di denaro ciascun anno per elemosine che toccano i quindici venti(?), l'hotel Dieu ed altre chiese ed ospedali di Parigi." Siano pregati qui i defunti".

    Poi vi sono due righe sotto l'uomo disteso(che ha un cartiglio uscente dalla bocca) che dicono a grandi linee che terra siamo e in essa ritorniamo. Queste parole fanno capire come Flamel non avesse intenzione di eludere la morte,considerata come transizione naturale. Flamel -entrato nel mito- fu 'visto' varie volte durante le epoche.Un fatto quantomeno 'inspiegabile' è che nel XVII secolo un archeologo(Paul Lucas) mandato dal re Luigi quattordicesimo in Oriente per effettuare delle ricerche per conto della Francia,testimoniò in un libro, Voyage dans la Turquie, pubblicato nel 1719,di aver avuto notizie di Flamel da un filosofo, appartenente ad un gruppo di Sette Saggi, che periodicamente,ogni 20 anni, si trovavano in un luogo del mondo.In quell'anno si riunivano nella località di Broussa, dove si trovava l'archeologo in missione. Il saggio gli raccontò che loro possedevano la Pietra Filosofale e di conseguenza l'Elisir di Lunga Vita, e che anche Flamel ,in Occidente,la possedeva ed era uno dei Saggi. Paul Lucas restò di sasso,apprendendo come quell'uomo potesse conoscere non solo Flamel ma la maniera in cui avesse ricevuto il Libro di Abramo, prima di allora ignorata.Il saggio rivelò che Flamel e Perenelle erano vivi e si trovavano in India.

    Il Libro di Abramo

    Chi era Abramo,il protagonista del libro che aprì le porte a Flamel del Grande Segreto della Natura? Forse un personaggio realmente esistito, Abramo l'ebreo (1362-1460).Ma se assecondiamo questa ipotesi,i 'conti'non tornano: come può essere finito nelle mani di Flamel (nel 1357) prima che questo Abramo nascesse?

    La biblioteca di Flamel e i suoi incartamenti preziosi passarono al nipote Perrier,a cui era affezionato e che era interessato agli studi alchemici. Di lui però non si seppe più nulla anche se si può ipotizzare che l'eredità spirituale e il Sapere siano passati di generazione in generazione,sotto un proverbiale silenzio ermetico fino a che un discendente di Flamel, di nome Dubois, volle infrangere le 'regole'e si presentò dinanzi al re Luigi XIII mostrando la propria abilità nel trasformare delle palle di piombo in oro.Il Cardinale Richelieu,come un'aquila assetata,sperò di potergli cavare il segreto ma Dubois non lo conosceva,essendo incapace di decifrare il famoso libro di Abramo. Per cui Richelieu -vedendo che da lui non si poteva ricavare niente-lo fece anche imprigionare a Vincennes e,muovendo accuse forse fasulle o pretestuose,lo fece giustiziare,confiscando in tal modo i suoi beni.Anche la casa di Flamel venne confiscata e la soldataglia mandata da Richelieu la esplorò da cima a fondo.Non venne risparmiata nemmeno la tomba dell'alchimista,che durante una notte venne aperta e il sarcofago rotto. Fu a seguito di quest’incidente che si diffuse la voce che il sarcofago era stato trovato vuoto e che non aveva mai contenuto il corpo di Flamel.

    Si ipotizza che Richelieu abbia trovato il manoscritto,che si fosse fatto costruire un laboratorio alla Chateau di Rueil, e che vi andasse per studiarlo,ma senza risultati,perchè la Sacra Scienza non si svela agli avidi o a chi la affronta senza scrupolo.

    Morto Richelieu, nuovamente il libro 'scomparve'. Comunque esso era stato già riprodotto in varie parti. Infatti il libro deve essere stato copiato, perché l’autore del Trésor des Recherches et Antiquités, Gauloises fece un viaggio a Milano, per vederne la copia, che apparteneva al Signore di Cabrieres. In ogni caso, oggi di esso non si ha la copia 'originale', in attesa di finire nelle mani di qualche altro 'Flamel'! Il Testo che più potrebbe avvicinarsi ad esso è il manoscritto Figures Hieroglyphiques d’Abrahm Juif, conservato nella Biblioteca Nazionale di Parigi il quale, pur discostandosi dalla descrizione dell’originale fatta da Flamel, contiene molte immagini indecifrabili.

    Qualcuno sostiene che l'intera vicenda del libro sia solo una metafora del percorso iniziatico sperimentato da Flamel.

    Fonte: www.duepassinelmistero.com/Nicolas%20Flamel.htm (per l'articolo intero)
    Per visionare il libro "I Geroglifici di Flamel ": www.esonet.org/alchimia/i-geroglifici-di-flamel
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