Replying to "La siepe cosmica"

  • Create account

    • Nickname:
  • Enter your Post

    •              
           
       
      FFUpload  Huppy Pick colour  HTML Editor  Help
      .
    •      
       
      File Attachments    Clickable Smilies    Show All
      .
  • Clickable Smilies

    • <3:XD:*_*:];P:XP:(:=)X):D:>.<>_<
      =_=:|:?3_3:p:;_;^U^*^^*:=/::*::b::f:
      :denti::ola::muro::mart::amici::sole::pesc::mare::pasqua::natale::perpl::inv:
      :inv1::amici1::amici2::not::comp:       
  • File Attachments

    • BlogFree Hosting   jpg gif png zip ...

      Descr.:

  •   

Last 10 Posts [ In reverse order ]

  1. Posted 4/4/2012, 16:13
    ...Penso che ci potrebbero essere altre realtà, altre dimensioni che noi non possiamo vedere con i nostri sensi ma che, talvolta, in particolari condizioni, possiamo percepire.
    Credo che, nella vita, molti tra noi, talvolta, hanno sentito qualcosa che non aveva a che fare con la realtà, la razionalità, ma che ci apriva le porte ad un mondo più immaginato, intuito che concreto.
    Ad esempio, non vi è mai capitato, quando siete in un luogo, magari solitario, in montagna o sulla riva del mare, sentirvi parte della Natura, sentire di essere partecipi del tutto? come essere in estasi?
    ...E non vi è mai capitato di entrare subito in sintonia con certi luoghi? Insomma come se certi luoghi vi parlassero, vi dicessero qualcosa...
    E, capita a volte nella vita che, incontrata da poco una persona, si riesca subito a stabilire un rapporto di amicizia, di dialogo, di corrispondenza…si sente subito che è affine a noi. (*)


    "La siepe cosmica"

    escaleras
    "Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
    e questa siepe, che da tanta parte
    dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
    Ma sedendo e mirando, interminati
    spazi di là da quella, e sovrumani
    silenzi, e profondissima quïete
    io nel pensier mi fingo, ove per poco
    il cor non si spaura. E come il vento
    odo stormir tra queste piante, io quello
    infinito silenzio a questa voce
    vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
    e le morte stagioni, e la presente
    e viva, e il suon di lei. Così tra questa
    immensità s'annega il pensier mio:
    e il naufragar m'è dolce in questo mare."

    (G. Leopardi-"L'Infinito")


    ...Come tutto questo può collegarsi alla scienza?
    A queste riflessioni leopardiane si possono associare 2 concetti della fisica moderna:
    1) l'infinito;
    2) le dimensioni spaziali extra.

    Per quanto riguarda il primo, potremmo far riferimento al nostro Universo.
    La domanda è: il nostro Universo è infinito o no?
    In un certo qual senso, allo stato attuale, gli scienziati si trovano in una situazione simile a quella di Leopardi ostacolato dalla siepe.
    Noi sappiamo che l'Universo è nato circa 13,7 miliardi di anni fa, mediante il Big Bang. Ci si aspetterebbe quindi un universo che per quanto immenso, è limitato spazialmente. Non possiamo saperlo con certezza: sussiste una sorta di orizzonte cosmico, cioè una certa distanza astronomica oltre la quale non possiamo vedere, neanche con i più potenti telescopi.
    Gli astronomi possono osservare la porzione di Universo denominata "Universo osservabile", ovvero la regione sferica circondante la Terra dalla quale la luce ha avuto il tempo di arrivare fino a noi, da quando l'Universo si originò.
    La luce proveniente invece da regioni più distanti di 13,7 miliardi di anni fa non ha avuto abbastanza tempo per pervenire sino alla Terra.
    Se non c'è luce, non possiamo vedere: si pensi ai buchi neri!
    Questo orizzonte cosmico è pertanto la nostra "siepe", oltre la quale non possiamo guardare; possiamo solo immaginare cosa ci sia al di là.
    Le recenti teorie suggeriscono che il nostro Universo sia contenuto in un gigantesco Multiverso e che quindi il nostro Universo rappresenti solamente una "piccola" porzione dell'intero cosmo. Tuttavia, dimostrare l'esistenza del Multiverso non è un'impresa facile, anzi quasi impossibile.
    Chissà se un giorno riusciremo a oltrepassare tale "siepe cosmica", o siamo destinati a rimanere per sempre all'oscuro di ciò che si cela oltre, alla stregua del poeta recatanense!
    Però, come anticipato in precedenza, si può effettuare un ulteriore paragone fra l'Infinito di Leopardi e la fisica moderna.
    Il tutto si basa sul concetto di dimensioni spaziali extra.
    Introdurrei la tematica tramite la splendida e chiarissima descrizione di Lisa Randall nell'introduzione del libro Passaggi Curvi:
    "L'Universo ha i suoi segreti. Le dimensioni extra dello spazio potrebbero essere uno di questi. Se così stanno le cose, l'Universo è riuscito finora a nascondere tali dimensioni, proteggendone il segreto sotto una cappa di riservatezza. A prima vista, non c'è ragione di sospettarne l'esistenza. La campagna di disinformazione comincia fin dalla culla, che è la prima cosa che vi ha presentato 3 dimensioni spaziali. Erano le 2 dimensioni lungo le quali avete gattonato; più la rimanente dimensione lungo la quale vi siete arrampicati. Da quel momento, le leggi fisiche - per non parlare del senso comune - hanno corroborato la vostra fede nelle 3 dimensioni, soffocando qualsiasi sospetto che ce ne potessero essere altre. Ma lo spaziotempo potrebbe essere drammaticamente diverso da qualsiasi cosa abbiate mai immaginato...
    Proprio come "alto-basso" costituisce una direzione diversa rispetto a "sinistra-destra" e "avanti-indietro", nel nostro cosmo potrebbero esistere altre dimensioni completamente nuove. Anche se non le possiamo vedere con i nostri occhi o sentire con la punta delle dita, le dimensioni aggiuntive dello spazio sono una possibilità logica. Queste ipotetiche dimensioni inosservate non hanno ancora un nome. Ma, ove dovessero esistere, si tratterebbe di direzioni nuove lungo le quali le cose possono spostarsi...Alcuni sviluppi recenti suggeriscono che le dimensioni extra - per quanto non ancora riscontrate sperimentalmente, né del tutto comprese - potrebbero nondimeno risolvere alcuni dei misteri fondamentali del nostro universo...Non riusciremmo a capire perché gli eschimesi e i cinesi hanno in comune certe caratteristiche fisiche, se non facessimo riferimento alla dimensione del tempo: è questa che ci fa riconoscere la loro comune ascendenza. Allo stesso modo, le connessioni possibili con dimensioni ulteriori dello spazio potrebbero illuminare certi aspetti problematici della fisica delle particelle, portando a soluzione un insieme di misteri vecchi di decenni. Alcune relazioni fra le proprietà delle particelle e le forze, apparentemente inesplicabili quando lo spazio è incatenato a 3 dimensioni, paiono armonizzarsi con eleganza in un mondo con più dimensioni spaziali."

    Se non vi è chiara l'analogia con Leopardi, cercherò di spiegarvela.
    Abbiamo detto che Leopardi non può vedere cosa c'è oltre la siepe; non può sapere quali forme, quali geometrie, quali elementi caratterizzano ciò che vi risiede; può solo immaginare.
    Allo stesso modo, noi percepiamo sempre 3 dimensioni spaziali ed i nostri limitati strumenti tecnologici ci impediscono magari di scovare l'esistenza di altre.
    Magari queste sono così grandi che non riusciamo a rendercene conto, oppure risultano arrotolate su se stesse e quindi sono così piccole da non poterle osservare neanche mediante gli acceleratori di particelle, alla stregua dello LHC.
    Siamo in un qualche modo vincolati a percepire solo 3 dimensioni spaziali, più quella temporale.
    E allora? Chi ci dice che il mondo debba avere più dimensioni spaziali? Non potrebbero essere solo frutto della nostra immaginazione?
    Ebbene, la maggior parte delle moderne teorie fisiche pressupone l'esistenza di dimensioni spaziali extra per aver senso!
    Prendiamo come riferimento la teoria delle stringhe.
    Essa stabilisce nella sua formulazione bosonica la bellezza di 26 dimensioni, di cui 25 spaziali ed una temporale, mentre nella sua formulazione supersimmetrica esse si riducono a 10 (9 spaziali, una temporale).
    Ergo, non stiamo parlando di una dimensione extra, ma almeno di 6 dimensioni extra!
    Tuttavia, non si pensi che l'idea delle dimensioni extra risalga agli ultimi decenni del XX secolo (cioè al periodo in cui è sorta la teoria delle stringhe).
    Sussiste una famosa opera letteraria risalente addirittura al 1884, Flatlandia, ad opera di Edwin Abbott Abbott, in cui si immagina un mondo bidimensionale, appunto Flatlandia, dove risiedono figure geometriche piane.
    Pensate che il narratore è un umile quadrato!
    Proprio costui (il quadrato), un certo giorno, incontra qualcosa di nuovo e totalmente inaspettato: una sfera, ovvero un oggetto tridimensionale proveniente da Spacelandia (mondo a 3 dimensioni), che lo ragguaglia sull'esistenza di una terza dimensione.
    Ma gli abitanti di Flatlandia non credono ad una sola parola riferita dal quadrato e lo imprigionano per aver divulgato un'eresia, anche perché quando una sfera attraversa un piano bidimensionale, essa si presenta come cerchio (figura bidimensionale, non tridimensionale!).
    Il suddetto romanzo può essere letto con una sorta di "aria di superiorità", se ci poniamo come abitanti di Spacelandia (nel nostro mondo percepiamo effettivamente 3 dimensioni spaziali) che guardano dall'alto l'ambiente bidimensionale di Flatlandia.
    Ma Abbott ci fa compiere una profonda riflessione: come ci comporteremmo se un giorno arrivasse sulla Terra un individuo sconosciuto dicendoci che proviene da un mondo a 4 dimensioni spaziali? e se fossero 5? e se fossero 6? e se fossero n?
    Anche sotto questa prospettiva c'è dunque una "siepe" che forse (dicendolo attraverso termini filosofici) funge da velo di Maya per queste ipotetiche dimensioni extra...
    (**)

    Fonti: (*)ciclaminootto.wordpress.com/ (**)
    scienzaemusica.blogspot.it

Review the complete topic (launches new window)