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  1. Posted 2/8/2010, 17:08


    IL VATICANO INAUGURA IL NUOVO TELESCOPIO SPAZIALE
    LUCIFER 1: A CACCIA DI PLANET X - NIBIRU?


    Il Vaticano ha un telescopio ad infrarossi chiamato LUCIFER1 (da Lucifero)
    Non é uno scherzo. Lucifero significa "portatore di luce" e il compito
    del nuovo strumento é di ricercare "Pianeti nascosti tra le polveri interstellari".


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    Monte Graham, Arizona, Stati Uniti. É questo il luogo dove ormai da anni si contrastano le esigenze della ricerca scientifica e le rivendicazioni culturali di un popolo, gli Apache, che lotta per la sua sopravvivenza culturale e religiosa. Dal 1993 sono cominciati sulla sommità della montagna, con l’autorizzazione del governo federale, i lavori per la costruzione di un centro internazionale di astrofisica che comprende tre telescopi. Uno fra questi, il Large Binocular Telescope, terminato e inaugurato da poco tempo, è il più grande mai costruito. Ma a fare notizia è un altro telescopio, il LUCIFER 1 già operativo dal 21 Aprile 2010 è di proprietà della organizzazione religiosa più grande del mondo, il Vaticano. Si tratta del Vatican Advanced Technology Telescope (VATT) realizzato in collaborazione con l’Università dall’Arizona e finanziato dalla Vatican Observatory Foundation grazie alle donazioni dei fedeli statunitensi.

    Dopo oltre un decennio di progettazione, produzione e collaudo, LUCIFER 1 (nella foto sopra) é andato online, come già detto, il 21 Aprile 2010, sarà seguito da un gemello che verrà consegnato al telescopio nei primi mesi del 2011.
    La costruzione finale prevede due specchi giganti di 8,4 metri di diametro. Ogni strumento è raffreddato a -213 gradi Celsius per osservare nella gamma di lunghezze d'onda del vicino infrarosso.

    Negli ultimi anni moltissimi strumenti a infrarossi sono stati messi online.
    il NASA's Wide-field Infrared Survey Explorer (WISE) é uno di essi. Questi strumenti ad infrarossi possono essere usati non solo per osservare le galassie lontane ma anche per controllare oggetti in avvicinamento alla terra.
    Il Vaticano, che recentemente ha esteso le sue ricerche all'astrobiologia, si interessa di astronomia classica sin dalla fine del 1700 e dispone di tutta una serie di osservatori ben noti. Oltre a quelli ufficiali ve ne sarebbero anche di segreti, come già dichiarato in un articolo di Cristoforo Barbato e pubblicato sul sito internet www.secretum-omega.com e che potete scaricare di seguito in formato file PDF (www.secretum-omega.com/wp-content/u...gesuita_ITA.pdf).

    Dalle dichiarazioni pervenute ad alcuni ricercatori, il Vatican Observatory Foundation avrebbe costruito questo telescopio per lo stesso motivo per cui fu progettato lo Sky Hole e i telescopi Spaziali IRAS e SILOE, ovvero per dare la caccia ad un pianeta chiamato Nibiru che orbiterebbe intorno ad una piccola stella nana Bruna (compagna del nostro Sole?) denominata Dark Star.
    Questa una delle tante dichiarazioni del famoso Gesuita, rilasciata al giornalista e ricercatore Cristoforo Barbato:
    "Quello che posso dire è che il telescopio è stato costruito nel 1990 con lo scopo di studiare i corpi celesti ‘anomali’ in avvicinamento alla terra, analogamente a quanto fatto per esempio dalla CIA, che tra i tanti suoi ‘occhi segreti’ annovera il telescopio gemello di Hubble, SkyHole 12. Inoltre il SIV fu avvisato durante gli incontri con Pio XII dell’avvicinamento di un corpo celeste al sistema solare ospitante una razza aliena evoluta e molto bellicosa. Seppi ben presto che il materiale che dovevo ricevere qui a Roma ed elaborare al computer era molto interessante e segretissimo. Fu durante l’elaborazione di alcuni dati e informazioni provenienti da questo radiotelescopio che una sonda inviata nello spazio remoto, inserita all’interno di un programma di esplorazione spaziale avviato nei primi anni ‘90 denominato SILOE, aveva fotografato un pianeta di dimensioni enormi in avvicinamento al sistema solare. I dati furono ricevuti in Alaska nel mese di ottobre del 1995."

    Il progetto di Lucifer 1 quindi é gestito dal Vaticano, dall'Università di Arizona e da un gruppo misto di tedeschi e italiani.
    Il design innovativo di Lucifero permetterebbe agli astronomi di esaminare in dettaglio senza precedenti, ad esempio regioni di formazione delle stelle, che sono comunemente nascoste da nubi di polvere.
    Ma questo nuovo strumento,che è il più grande telescopio ottico è il mondo, il Large Binocular Telescope sul Monte Graham, permette agli astronomi di osservare qualunque oggetto di luminosità molto debole (guarda caso...).
    Lo strumento è estremamente flessibile, ed unisce il grande campo di vista con una risoluzione elevata.

    Articoli correlati:
    da galileonet.it

    Troppi telescopi sul Monte Graham

    Luogo sacro per gli Apache ma anche postazione cruciale per la ricerca scientifica. È il Monte Graham in Arizona, dove dal 1993 sono cominciati i lavori per la costruzione di un centro internazionale di astrofisica. A più riprese i rappresentanti delle popolazioni indigene hanno espresso il loro disappunto, senza che nessuno li ascoltasse. Ora sono venuti a Roma, per protestare anche contro il Vaticano, il proprietario di uno dei telescopi della discordia. E proprio il fatto di parlare con una organizzazione religiosa li aveva fatti sperare in una maggiore comprensione della loro istanze. Così non è stato.

    di Paola Coppola

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    Monte Graham, Arizona, Stati Uniti. É questo il luogo dove ormai da anni si contrastano le esigenze della ricerca scientifica e le rivendicazioni culturali di un popolo, gli Apache, che lotta per la sua sopravvivenza culturale e religiosa. Dal 1993 sono cominciati sulla sommità della montagna, con l’autorizzazione del governo federale, i lavori per la costruzione di un centro internazionale di astrofisica che comprende tre telescopi. Uno fra questi, il Large Binocular Telescope, una volta terminato sarà il più grande mai costruito. Ma a fare notizia è un altro telescopio, già funzionante: quello di proprietà della organizzazione religiosa più grande del mondo, il Vaticano. Si tratta del Vatican Advanced Technology Telescope (VATT) realizzato in collaborazione con l’Università dall’Arizona e finanziato dalla Vatican Observatory Foundation grazie alle donazioni dei fedeli statunitensi.

    E anche la disputa è di natura religiosa, visto che la montagna in questione, da sempre, rappresenta per le tribù Apache uno dei luoghi di culto principali. Nei giorni scorsi una loro delegazione è arrivata a Roma per spiegare le loro ragioni e protestare contro la violazione del loro luogo sacro. “Per la tradizione dei nativi americani”, dice Ramon Riley, direttore della Ricerca Culturale della tribù White Mountain, “è fondamentale raccogliersi in preghiera sul punto più alto del monte per essere il più vicino possibile al creatore.” Insieme a Riley c’erano anche dei rappresentanti dei San Carlos, un’altra tribù Apache, dei Navajo, degli Zunis e degli Hopi, altre popolazioni indigene.

    E proprio il fatto che uno dei telescopi appartenga ad una organizzazione religiosa li aveva fatti sperare in una maggiore comprensione della loro istanze. Così non è stato. “Siamo stufi di questa storia”, afferma Padre Maffeo, un gesuita della Specula Vaticana, l’altro osservatorio vaticano di Castel Gandolfo, “sono anni che si trascina questa questione. Ci sono state anche delle sentenze dei giudici americani che hanno deciso che la costruzione dei telescopi era legittima. Noi abbiamo rispettato queste decisioni. Secondo queste persone non si dovrebbe toccare ne’ una pianta ne’ un animale, ma non pensano all’uomo. Per quanto ci riguarda loro possono venire quando vogliono a pregare sulla montagna, c’è posto per tutti.” La replica degli Apache e’ sintetica quanto efficace: “Cosa direbbero i cristiani se si costruisse un osservatorio sul monte Sinai?”

    Ma i legami dell’Italia con il progetto del centro internazionale di astrofisica non finiscono qui. Il LBT (Large Binocular Telescope), infatti, sta prendendo vita da una collaborazione internazionale in cui il nostro paese è rappresentato dall’Osservatorio Astrofisico di Arcetri (Firenze). Per questo lo scorso anno gli Apache hanno scritto anche una lettera all’allora presidente della Repubblica italiana Oscar Luigi Scalfaro per chiedere la sospensione dei finanziamenti italiani. Ad oggi niente è ancora stato fatto e la costruzione del centro va avanti sempre più massiccia: dopo i tre telescopi è prevista la realizzazione di una linea elettrica lunga più di 40 chilometri, un complesso di abitazioni per gli scienziati e i tecnici, ed è in discussione l’approvazione di un nuovo progetto che prevede altri quattro telescopi. La posizione dei nativi americani inizialmente era di collaborazione con i responsabili del progetto, anche perché intravedevano la prospettiva di nuovi posti di lavoro ai quali avrebbero potuto accedere. Il nuovo impulso dato ai lavori li ha però preoccupati sulla possibilità che la loro montagna sacra venga profanata completamente.

    dalla Redazione di Segnidalcielo.it

    Fonte: progettohorizon.forumcommunity.net (postato da Street82 il 30/4/2010)

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