Replying to Crop..di un altro mondo

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  1. Posted 23/7/2009, 17:42


    Anche il pianeta Marte ha i suoi.. Crop Circles?


    Prima di addentrarci nella notizia che andiamo a segnalarvi vorremmo ringraziare, per la traduzione dall'articolo originale, un utente del Forums di Ufologia.net.
    Jimbo, co-autore del sito www.nwo.it.
    Egli ha compreso lo spirito di condivisione di notizie che, per molti, rimarrebbero inaccessibili o non pienamente comprensibili a causa di un idioma che, anche con strumenti disponibili su internet (traduttori on line) sortiscono come risultato un testo disomogeneo e a volte incomprensibile.
    GRAZIE a Jimbo, ancora e di cuore GRAZIE!
    Veniamo alla notizia, giunta tramite la newsletters dal sito: Kornkreise
    Guardate questa immagine...

    image
    Dust devil mentre attraversa la superficie del Cratere Gusev, 15 marzo 2005


    Ebbene, vi chiederete, di cosa si tratta e cosa ha a che fare con il fenomeno dei Crop Circles?
    Lasciamo la parola alla traduzione dell'articolo...buona lettura!

    ___________________


    Mulinelli di polvere stazionari possono avere lasciato “crop” circles sul suolo marziano?

    Questa affermazione potrebbe suonare tirata per i capelli a prima vista, ma l’evidenza potrebbe essere nelle immagini riprese dal Mars Rover della NASA, “Spirit”

    Nel marzo 2005, il rover marziano della NASA, “Spirit”, riprese le primissime foto e le prime immagini (animate) di mulinelli di polvere (“dust devils”) in azione, mentre vorticavano sulla superficie del Cratere Gusev, dove il robot-mobile atterrò nel gennaio 2004.

    In quel periodo dell’anno anche Marte registra alte temperature estive che possono raggiungere i 20°C (68°F), ma con cadute durante la notte a gelide minime di -90°C(-130°C). Queste calde temperature diurne possono anche causare dei mulinelli di polvere marziani elettrificati, come ripreso dalle fotocamere del robot.

    Mulinelli di povere elettrificati: una espressione che può ritrovarsi come accezione dei “vortici di plasma”, in termini da crop circles. Infatti il ricercatore pioniere Terence Meaden scrisse un intero capitolo sulle “proprietà dei vortici elettricamente carichi”, nel suo libro “The circle effect and it’s misteries” (Artetech Publishing, Bradford-on-Avon, 1989)

    Il dust-devil marziano documentato il 15 marzo 2005, girava su se stesso sulla superficie del Cratere Gusev, poco prima del mezzogiorno su Marte. Il rover NASA Spirit riprese, con la sua fotocamera di navigazione,una serie di immagini che furono in seguito assemblate in una spettacolare animazione a 21 fotogrammi.

    L’evento si svolse durante un periodo di 9 minuti e 35 secondi, con inizio alla 11:48 a.m. dell’ora locale di Marte,con registrazione dell’avanzamento del dust devil in direzione nord-orientale a circa 1 chilometro (0,62 miglia) lontano dalla postazione di Spirit, sulle pendenze delle “Columbia Hills”. Il mulinello viaggiava a circa 4.8 metri al secondo (16 piedi al secondo) e coprì una distanza di circa 1,6 Km (1 miglio). Il dust devil misurava circa 34 metri (112 piedi) in diametro.

    Dopo questo evento Spirit riuscì a documentare altri diversi piccoli e grandi mulinelli nelle sue immediate vicinanze. Potete trovare una selezione di queste immagini e video animati QUI

    Così come accade qui sulla terra, il sito scientifico della NASA spiega che i dust devil traggono la loro carica dai grani di sabbia e di polvere che sfregano l’un l’altro nel mulinello di vento. Quando certi materiali diversi vengono accoppiati in modo da sfregare tra di essi, un materiale cede alcuni dei suoi elettroni (cariche negative) all’altro materiale. Questa separazione di cariche elettriche è chiamata “caricamento triboelettrico”, dove il prefisso “tribo” significa appunto “sfregare”. Il caricamento triboelettrico è quello che fa stare dritti i tuoi capelli quando ti strofini un palloncino di gomma sulla testa. Polvere e sabbia, come la plastica e la testa, formano una coppia triboelettrica. (Sabbia e polvere non sono fatte necessariamente dello stesso materiale (...) perché la polvere può essere raccolta da qualsiasi posto). Piccole particelle di polvere tendono a caricarsi negativamente, prendendo elettroni dai più grandi grani di sabbia.

    Visto che la colonna centrale d’aria calda che risale dentro al dust devil porta verso l’alto la polvere caricata negativamente , e lascia la più pesante sabbia caricata positivamente a mulinare in basso, le cariche risultano separate, determinando un campo elettrico.
    Sulla terra in maniera strumentale gli scienziati hanno misurato campi elettrici nell’ordine delle 20.000 volts per metro (20 kV/m). Questo è nulla in confronto con i campi elettrici nei temporali terrestri, dove i fulmini non vengono scaricati finché i campi elettrici non raggiugono valori 100 volte superiori, sufficienti a ionizzare (rompere) le molecole d’aria.

    Ma anche soli 20 kV/m potrebbero essere molto vicini al limite di “rottura” della sottile atmosfera marziana. E, cosa ancora più significativa, i dust devil marziani possono essere molto più grandi delle loro controparti terrestri, così che la loro energia elettrica immagazzinata può risultare molto più grande. Così gli scienziati della NASA si chiedono “come potrebbero scaricarsi questi campi elettrici”? Si potrebbero avere fulmini marziani dentro ai dust devils?

    Questi veloci mulinelli di vento sono abbastanza potenti da lasciare tracce sul rosso, sabbioso e roccioso suolo Marziano. Qui si vede dove hanno rimosso materiale sciolto in superficie, rivelando le differenti colorazioni del suolo sottostante.

    image
    Fig2: Tracce dei Dust Devils, fotografate dall’orbita, “Mars Global Surveyor”, 14 ottobre 2004


    Le tracce mostrate in questa immagine si trovano nel meridionale Bacino Schiapparelli, vicino alla coordinate 5.3°S, 343,3°W. L’immagine copre un’area di circa 3 Km (1,9 miglia); la luce del sole illumina la scena dalla parte superiore sinistra.
    Ma cosa potrebbe succedere se questo Dust Devil marziano si formasse in maniera stazionaria e non fosse portato in giro dai venti locali? Esprimerebbe lo stesso le proprietà sopra descritte, e lascerebbe “tracce” sul terreno?

    Ad oggi non esiste nessuna immagine che sia indicata ufficialmente come prova di questi segni lasciati da mulinelli stazionari marziani, ma alcuni scatti di Spirit potrebbero già averli mostrati
    Ed effettivamente appare qualcosa di simile ad una semplice traccia di “crop circle” sul suolo marziano. In termini di crop circles si parlerebbe di un “cerchio singolo”, con un possibile secondo cerchio sullo sfondo.

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    Fig3:L’immagine PIA05108 è stata presa dalla fotocamera panoramica a bordo del “Mars Exploration Rover Spirit”, prima che si allontanasse dal lander, e mostra la superficie rocciosa di Marte. Dati dai filtri rosso, verde e blu delle fotocamera sono stati combinati per ottenere questo effetto approssimato dei colori reali.

    image
    Un ingrandimento della vista panoramica della foto precedente, con particolare sull’area circolare. Una seconda zona circolare, simile a questa, si può vedere in secondo piano.
    QUI puoi vedere una vista panoramica interattiva a 80°



    Dando uno sguardo ravvicinato all’area circolare priva di pietre, si può anche vedere qualche caratteristica a forma di spirale sul terreno, proprio ciò che ci si aspetterebbe di trovare se fosse il risultato di un sistema vorticoso agente sulla superficie di materiale sciolto di Marte.

    Una possibile spiegazione alternativa per le aree circolari potrebbe essere che queste assomigliano per caratteristiche a quelle interpretate dalla NASA come dispersioni superficiali dovute ai rimbalzi (almeno 28 volte) degli air-bag a cuscini del rover, quando questo sobbalzò ripetutamente dopo il primo impatto con Marte. La seguente foto satellitare mostra il punto di atterraggio di Spirit, assieme a quelli che sono stati interpretati come segni dei rimbalzi.

    image
    Fig5: Il sito di atterraggio di Spirit


    Comunque, se paragonati a immagini note di segni da rimbalzo, causate dal rover gemello di Spirit, “Opportunity” nel Planum Meridiani (vedi sotto) sembra che i segni circolari sopra discussi siano di differente qualità e provenienza.

    image
    Fig 6: Immagine presa dalla fotocamera di “Opportunity” dei suoi segni circolari da rimbalzo, nella superficie marziana del Planum Meridiani

    .
    Sicuramente le sopra discusse tracce circolari non sono accomunabili con il complesso modello per cui i “crop circles” sono diventati famosi. Ciò nonostante possono sembrare dei “singoli eventi circolari” - e se è vero che alcuni cerchi genuini (non cerchi fatti dall’uomo) sono (anche se in maniera parziale) il risultato di forze e fenomeni naturali, dovrebbe apparire almeno possibile trovare questi cerchi anche in altri pianeti, così come sulla Terra.
    Un’ulteriore ricerca su quella che potrebbe essere chiamata “Eso-cerealogia” è necessaria.. Se siete a conoscenza di altre immagini ufficiali prese dalla NASA o dall’ESA, della superficie di Marte in cui si vedano tracce circolari (o anche di forma più complessa), saremo lieti di saperne di più a riguardo (...si prega di contattate l’autore, ANDREAS MÜLLER)


    Note:
    Articolo originale di Andreas Müller
    Traduzione sul Forum di Ufologia.net

    E' possibile anche guardare delle gif animate al seguente link:
    Photojournal.jpl.nasa.gov

    Fonte: paleoseti.it

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